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lunedì 8 luglio 2013

A parlar di vino

Un venerdì sera, in orario da aperitivo, in una delle tante cantine della gioiosa Marca Trevigiana.
Di cantina in cantina, dovrei dire. Lasciato il mio posto di lavoro, mi sono diretta in questa cantina qui, a San Polo di Piave (TV), che ospitava un evento che aveva come ospiti Massimo Carlotto e Sandro Sangiorgi: il primo noto scrittore noir, il papà del vero Alligatore, ma anche scrittore di molti romanzi di indagine, il secondo giornalista enogastronomico, esperto di vini, sommelier, pioniere del movimento Slow Food.

In un splendido contesto, sotto una vite  a Bellussi, tipico allevamento di viti diffuso quasi esclusivamene nella zona di Treviso, (e a scemare tra Padova e anche nel bolognese), sopra un carro allestito a festa,  i due sopracitati, un giornalista che moderava l'incontro e un bravo bluesman, accompagnatore musicale della serata.

"Vino e letteratura", il titolo della serata era questo. La chiacchierata è stata da capogiro, moltissimi gli spunti che mi sono portata a casa, e soprattutto concetti essenziali, svestiti da quanto semplici essi siano.


Vi lascio solo tre spunti su cui  meditare, quelli che possiamo pure cogliere nella nostra quotidianità.
Il vino: vino naturale in primis, quello che accoglie e sfrutta la propria naturalità fatta anche di enzimi e lieviti  presenti in esso; e cosa fa il vino? Tre cose fondamentali: restituisce il luogo dove cresce la vite e ne mantiene le tradizioni e i sapori originali,  nutre il fisico e lo spirito, rafforza il rapporto con il cibo. Sono tre qualità spesso dimenticate e sottovalutate, scontate direi io. eppure Sangiorgi le valorizza. Non si possono dimenticare.
La passione: diventa un argomento cardine. Carlotto interviene dicendo che nel momento in cui degusta un vino, un suo pensiero va sempre al produttore, e alla fatica che si cela dietro alla passione per l'uva  e la sua trasformazione. Una passione che traspare soprattutto nella qualità e nell'esprimere la vera natura del vino. Una passione che però sta marcendo e perdendo il suo significato nell'Italia dei nostri anni,  la definisce la "passione di spessore", quella che fa girare il mondo, ma che in Italia in ogni settore e ambito è stata persa (si pensi alla politica ad esempio). Lui si ritiene fortunato: scrive e dosa a suo piacimento la passione nei suoi personaggi. Bello, no? Anche nel progetto letterario che lo vede protagonista con Marco Videtta in questi mesi, "Le vendicatrici", ovvero una lettura noir della condizione della donna che vive ai giorni d'oggi, con la crisi che la travolge e che la discrimina. Lui lo dice: si è innamorato delle quattro protagoniste di questo filone... e non so se sia stata una frase ad effetto, oppure no, sta di fatto che ora il desiderio di buttarcisi sopra a queste storie è immediata. La passione con cui ne ha parlato era palese e contagiosa!
Sensi: assaporare i vini e degustarli è avvicinarsi a sè stessi e all'uso di tutti i nostri sensi. La moda ha un periodo breve per quanto riguada i gusti e Sangiorgi aggiunge pure che è inutile fare gli snob o i bastiancontrari per forza. Se piace un vino, che è e fa la moda del momento, accettiamolo!, se invece non ci piace, va bene lo stesso! si deve capire che degustare  è acuire i propri sensi e non seguire la moda.

Che ne dite, cosa ne possiamo trarre da questa chiacchierata sotto le vigne?
Io mi sono molto rinvigorita, ho avuto modo di affrancare le mie convinzioni in merito, soprattutto per ciò che riguarda i sensi. Spesso dimenticati, ma pur sempre protagonisti di ogni singolo atto che facciamo. Determinano la nostra libertà di esprimerci, la libertà vera, quella  che più volte tiro in ballo, e che è lontana dal liberismo e dai libertini e dai popolani (o popolari, o popolanti, o popo-lesi, o popoliani?) della libertà. Libertà. Punto.
Che ne dite, calice alla mano e ci meditiamo un po' su ???

domenica 9 giugno 2013

World Oceans Days

Sono in ritardo di un giorno, ma questo non importa.
Ricordarsi delle cose non deve sempre essere prerogativa di una data; se ci teniamo veramente a qualcosa, sentiamo la necessità di farlo ogni giorno, come avviene per le persone che amiamo: non pensiamo a loro solo il giorno del compleanno, ma costantemente. Vero?
Ieri, 8 giugno, era la giornata mondiale dedicata agli oceani.
E a tutti gli esseri che vivono nel mare, che lo popolano: l'oceano è  la loro vita e il loro ambiente. Gli oceani e il mare che oramai sono diventati la nostra discarica, dove la pesca è la "forma buona" della caccia (a tal proposito mi rivolgo a quelli che dicono "poverino, non mangio il fagiano perchè gli hanno sparato", eppure poi si cibano del branzino pescato con l'amo, o che ha visto la propria libera vita svanire da una rete... è ipocrisia questa, capito ???? [e poi il pesce cucinato con l'occhio, non vi colpisce dentro???]), dove si effettuano esperimenti nucleari e si trivella.
Una giornata dedicata a loro. Che deve diventare "ogni giorno dedicato a loro".
Sensibilizzarsi all'ambiente: per me è una cosa ovvia, ma forse serve una rieducazione in merito. Vi invito a essere curiosi, quella curiosità di scoprire cosa sia un ambiente marino, ricordarsi che è come il giardino di casa propria che vogliamo e pretendiamo sempre pulito, e quindi essere sensibili alla sua salvaguardia. Tutto qua. Semplice. Invece di gossippare, basta solo curiosare e far brillare i propri neuroni per una valida causa, comprenderla e renderla una propria abitudine. Scegliere da dove partire diverrà una sfida con voi stessi ;)

Una canzone, tra le mie preferite,  "Amongst the waves" dei Pearl Jam, sentita e voluta per la causa della salvaguardia degli oceani.


"...Riding high amongst the waves
I can feel like  I
 have a soul that has been saved
I can see the light
coming through the clouds in rays ..."


giovedì 6 giugno 2013

"Non è un rivestimento di superficie" ...

Si parla di bellezza.
Tematica soggettiva e intima, ma di grande attualità.
La bellezza che viene propinata è esclusivamente estetica: il bello visivo, che piace con gli occhi, che è armonioso alla vista. Un piacere che dall'estetica visiva poi raggiunge il resto dei sensi.
Stop. Limitato a l'incartamento esteriore di tutto ciò che c'è attorno a noi.
E così, tanto per raccontarla, martedì vengo convocata da un nuovo consulente che da poco collabora nell'azienda dove lavoro, (che stima le donne, come si stimano i propri calzini), e mi parla di bellezza ed estetica, di mostrare e che si vende quello che gli altri vedono, di brand e stylist, blaBlablaBlablaBla...
Non sapevo se indignarmi o incassare il colpo. "Perchè capita a me ???" Lo ascoltavo e nel mentre mi sono venute in mente delle parole di Erri De Luca, tratte da suoi scritti inediti, in appendice al suo racconto / sceneggiatura del "Il turno di notte lo fanno le stelle",  che Edoardo Ponti ha trasformato in un interessante e molto intenso corto.
Le parole di Erri De Luca, sono tratte dalla "Conversazione Erri-Nives, Pietro Romano", ovvero Nives Meroi, Pietro Dal Prà e Romano Benet, tre famosi alpinisti.

"Per me la bellezza non è un rivestimento di superficie,
 è proprio la natura, la materia di cui sono fatte le cose.
 La natura esiste perchè ha questa forza di bellezza dentro.
 Io vengo da quel golfo di Napoli che è il più celebrato per la sua formula della bellezza 
tra i più belli della storiai e della geografia del mondo.
Bene, quel golfo è stato cesellato da catastrofi, vulcani, eruzioni, terremoti ...
questa è la forza della bellezza.
E' come una forza compressa, poi in superficie può affiorare come un sorriso,
però dentro tiene questa potenza creatrice e distruttrice
 che si infischia di noi.
Noi siamo delle persone che andiamo a infilarci dentro
questa bellezza."




E queste  sagge  parole arrivano a salvarmi dalla rabbia, e passa tutto.
Grazie alla Bellezza. Alla vera Bellezza.


domenica 12 maggio 2013

Ricorrenza. Punto.

Volevo condividere. E testimoniare.
A maggio festeggio sempre una ricorrenza molto importante e significativa nella mia vita, che è legata a delle scelte molto forti che decisi di prendere per me e solo per me.
Era il mese di maggio del 2006 che presi la decisione di non mangiare più carne e di non assumere più medicinali. Scelta radicale, legata a continui mal di testa che mi opprimevano ogni volta che mangiavo proteine animali, provocandomi giornate difficili da affrontare e a volte abuso di pasticche (per me abuso voleva dire due capsule al giorno). Significò intraprendere la strada più vicina alla mia vera indole e in modo naturale, per allontanarmi sempre più dall'ideale di uomo che la società moderna sta creando, e aggrapparmi a ciò con cui mi sento più affine perchè ne sono parte consapevole, la Natura.
Fu l'inizio di un nuovo percorso di vita, tante cose sono successe e cambiamenti profondi e radicali sono avvenuti in me. 
Queste scelte sono state tutte positive, ma la percezione dei  propri sensi è la qualità maggiore che ho riscoperto, e la auguro a chiunque. 
Si dice sensibilità quando ci si trova di fronte qualcuno che sa essere empatico, comprensivo, che ci abbraccia anche se senza farlo, ma ce lo fa capire anche solo con uno sguardo o un sorriso, o una parola detta o scritta. E sensi-bilità quindi diventa l'abilità a usare i propri sensi, quelli esterni e quindi quelli che si manifestano verso e con l'esterno, ma anche quelli interiori, ad esempio l'ascolto interiore, la visione interiore... 

E così immersa nei miei sensi, vi lascio con questa coccola, solo  perchè mi scioglie letteralmente e ne abbiamo bisogno un po'  tutti di tenerezza, in attesa di cieli stellati ...



giovedì 9 maggio 2013

Sogno a colori, incontri e profumi...

Primo giro in bici della stagione, e cosa mi imbatto?
In una bestiolina così tenera e docile che mi guardava. Mi aggiravo in una stradina di campagna, dove sono certa sia nata una delle mie bisnonne paterne, e mi ha sorriso.

Nel contempo, un profumo mi ha accompagnato in gran parte del tragitto che ho fatto: uno sguardo in alto, ed ecco svelato il mistero, i fiori di acacia.
Dalle mie parti l'acacia ha ben tre nomi dialettali a seconda della zona: gasia, gadia e robina. A seconda che tu viva di qua o di là del Piave, le differenze dialettali si fanno molto marcate, ma per questa pianta il tutto si accentua, curioso, no?

Si è trattato del mio primo giro in bicicletta della stagione. Mi sono voluta scrollare di dosso un po' di malinconia, data da una brutta notizia ricevuta, da una insoddisfazione lavorativa, da un sentirsi completamente inadatta a ricoprire ruoli ed etichette ... il movimento scuote, fa pensare ad altro, allontana e permette di starsene un po' con sè stessi.
Così  la bici è il rimedio della giornata, assieme  al sogno che ho fatto stanotte, che si è poi materializzato nelle parole della mia amica Roby, che prima mi ha detto che avrei bisogno di un  gatto rosso, che porta bene, e con me ci starebbe divinamente, sono magici! E stanotte,  il gatto che dormiva sul mio fianco, avvolgendomi la schiena era proprio rosso.

giovedì 22 novembre 2012

Tecnologia!

Tecnologia sì, tecnologia no...
Uno sbattimento quest'ultimo periodo con grandi rompimenti di palle da parte di amici e amiche perchè non sono what'suppata e perchè non posso voiperarle e perchè non c'ho l'ultimo modello di grido del telefonino.

(Pensate, che scattate delle foto al concerto degli Skunk Anansie di ieri, non me l'hanno fatta avere per boicottare il mio poco essere tecnologica)

Ma secondo voi, cos'è essere tecnologici? E che uso ne facciamo della tecnologia?
Vi spiego un po' la mia teoria. Molto brevemente, uno spunto per interagire assieme, visto che attraverso la tecnologia interagiamo costantemente tra blogger!

La tecnologia è progresso, nessuno lo nega e tutti ne traiamo benefici. Ha ottimizzato dei processi, è utile per facilitare certe mansioni, è veloce e a portata di tutti, a volte intuitiva. Ci riempie i tempi morti, ci fa compagnia, a volte risparmiare, fare amicizie nuove, interagire e dire la nostra con più facilità.
Quello che ci ha portato è che facilità la vita, ma non la risolve. Ci sono cose in cui la tecnologia riesce anche a togliere. La personalità dei rapporti si sono sfibrati. Non posso immaginare di essere considerata una persona diversa solamente perchè non riesco interagire con gli amici...Ci si allontana dai sensi, i miei adorati sensi che amo mettere alla prova costantemente, anche soffrendo, ma sono quelli che in effetti danno il senso alla mia vita.
La natura, l'uso delle braccia, il respirare l'aria aperta si fanno senza tecnologia. Eppure anche questa è vita. Una vita priva di controllo, libera e serena, lontana da ogni vincolo.
E poi l'uso del cervello: questo nostro computer interno che non si trova più a cercare/trovare soluzioni ai piccoli intoppi della vita, a non poter ricordare più un numero di telefono a memoria, a dover per forza utilizzare i promemoria telefonici per ricordare le date dei compleanni. Solo piccolissimi esempi, quotidiani, di come abbiamo disabituato ad usare la nostra capa. Sentire l'odore di un libro, osservarlo, sottolinearlo, renderlo vivo, toccarlo e farlo bene di piacere.

Ne sono certa, cadremo tutti nella trappola del telefonino touch-screen, ma spero il più lontano possibile. Perchè voglio anche riempire le mie giornate e non trascorrerle unicamente appiccicata ad uno schermo, a interagire attraverso messaggini e sorrisini. Sono pronta a un altro digiuno tecnologico se fosse il caso.

I sorrisi apprezzateli reali, quelli del mio viso, che si abbinano bene ai miei occhi.
Abbiate coraggio di essere ancora umani.

mercoledì 10 ottobre 2012

Scelte e responsabilità veg*: il lato materiale della cosa...

Ogni tanto non fa male ritornare su tematiche a me molto care che riguardano vegetarianesimo, etica e controllo del pensiero delle masse. In giorni come questi, in cui ci vengono spiattellate notizie che riguardano unicamente aliquote in aumento e dis-aumento e manovre congiunturali o "maestrali", fatte ad hoc per impennare gli umori e far correre tutti al consumismo spietato, ripenso a cosa sia per me il consumismo, legato soprattutto a una scelta vegetariana, scelta di vita mia e personale, come tutte le scelte dovrebbero essere. Ricordiamolo bene. Perchè queste riflessioni? perchè in tutto ciò che ci circonda -  il soldo, la notorietà e l'essere/avere di più - danno il valore aggiunto. Così in apparenza.
Allora anche qui, trovo dieci motivi dal risvolto materialistico,  che mi fanno dire sì alla mia e personale scelta vegetariana (che nulla di materialistico c'ha...)...

1) avvicinarsi al vegetarianesimo comporta una maggiore coscienza di ciò che si mette sul piatto, ecco quindi che le cose più schifose e ricche di conservanti, coloranti e additivi non le prendo: risparmio in salute, risparmio in ecologia (meno rifiuti) e risparmio in termini economici

2) recupero e riciclo: diventa una sfida personale quella di sfruttare al massimo tutto ciò che ho in dispensa, senza buttare nulla. L'obbiettivo è disfarsi dei rifiuti andando a finire l'intero prodotto che ci sta dentro. (Non vi nascondo il grande rammarico di dover buttare dei fondi di cereali che han preso le farfalline con il caldo eccezionale di agosto: è successo, una lezione per il prossimo anno)

3) non cibarsi di carne comporta una maggiore tranquillità e pacatezza, lucidità mentale e forza fisica. La lucidità permette di distogliere lo sguardo da pubblicità e altre amenità che ci convincono che non stiamo attenendoci ai corretti schemi societari che impongono di essere diverso dalla propria indole, quindi meno pubblicità e meno controllo della mia mente, che sceglie cosa acquistare e quindi non si fa imbambolare da quell'offerta o dal miglior prodotto presente nel mercato

4) la salute ne guadagna. Da maggio 2006, di grave, ho avuto solo un'otite con quasi perforazione del timpano, manifestatasi in fase d'atterraggio rientrando da NY, probabilmente avevano iniziato a togliere la decompressione, era il primo dell'anno e la fretta era tanta... Che ho curato a modo mio... anche qui ho scelto di prendermi cura di me stessa, responsabile di me stessa. I mal di testa che quotidianamente mi attanagliavano sono spariti. L'ultimo attacco risale a un anno fa, post mozzarella avariata. E' consumistico anche star male e prender le medicine, e farsi accusare da chiunque che star male è un delitto. Io opto per malattia => richiesta del corpo di riposare => mi occupo di me stesso => sto nel dolore, significherà pur qualcosa sto messaggio che arriva dalle proprie viscere??? e quindi opportunità di star a contatto con sè stessi e meno soldi alle lobby farmaceutiche.

5) orto e cura della terra. Sembra una cosa ovvia, ma c'è ancora chi non apprezza l'energia dell'appena raccolto, che oltre a darci prodotti sani e controllati a km zero, ci rifornisce di vegetali a un prezzo molto concorrenziale. E poi prendersi cura anche di una sola pianta di basilico, tanto per iniziare, dà grandi soddisfazioni al cuore. Provateci.

6) risvolto etico-economico: le scelte al supermercato ricadono sempre più spesso su prodotti equosolidali, in confezioni eque, prediligendo lo sfuso e i prodotti che non sono di origine animale. E poi il fatto di spendere anche qualcosina in più ci fa porre attenzione agli sprechi, al non acquistare cose inutili e a selezionare prima di tornar a casa con le borse piene. E' una cosa "naturale", che avviene automaticamente nei veg*. Appunto. E consiglio pure di scrivere una lista di quello che manca. Appunto.

7) si risparmia in tempo. La cucina veg è veloce e fantasiosa. A volte lesso dei cereali e legumi, due volte la settimana in discreta quantità. Li ripongo  in frigo, e all'occorrenza li unisco a verdure saltate, in polpettine, in abbinata a spezie ed erbette. E mi occupo delle mie passioni con quello che risparmio :)

8) si guadagna anche in esaltazione dei sapori. Il nostro organismo, senza la carne, si appropria dei propri sensi. Se ripenso alla fettina, ricordo che non sapeva di nulla. E' la cottura a dare il sapore, con le spezie aggiunte e le marinature. (La carne di per sè sa di marcio...) (lo so, c'azzecca poco, ma sempre valore aggiunto è!!!)

9) il fabbisogno della bilancia del cibo, a livello globale, non viene intaccato da chi sceglie veg*, sia a livello di dispendio di cibo relegato agli allevamenti, che nei consumi di acqua e anche a riguardo dello sfruttamento dei terreni. Vi invito a leggere questo articolo di Maurizio Pallante e Andrea Bertaglio, dal blog che hanno ne Il Fatto quotidiano. Se volete sbellicarvi dalle risate, leggete pure i commenti. L'accanimento dei veg* e dei non veg* è fuorviante alla tematica. Questo mi crea pure dispiacere, però le risate hanno la maggiore...poveretti (!?!!)

10) economia domestica, in termini di vero risparmio in monetine perchè non vengo invitata a cena proprio perchè la mia scelta sembra vincolare il mondo intero quando devo essere invitata fuori o a casa di qualche amico o famigliare. Così mi ritrovo spesso a casetta per cena.

E' stato difficile trovare tanti punti "consumistici" e materialisti in questa mia scelta. Prendiamola come un gioco. A calcare che le scelte sono sempre tante, diverse, ma che soprattutto sono legate a un aspetto individualistico e di responsabilità.
Vi ricordo che la mia scelta fu derivata da una iniziale necessità a ritrovare la salute per poi diventare cosciente scelta etica.

La scelta di dieci punti era per lasciare un interessante link, in cui i dieci riguardano la scelta di rivolgersi o no,  al proprio medico, tratto dal sito www.disinformazione.it ...

... ricordate: scelte e responsabilità...


sabato 1 settembre 2012

Le previsioni del tempo

Sapete una cosa che detesto?
Le previsioni del tempo e tutto quello che ci sta attorno a questa ben studiata divulgazione di notizie fatte per:
- spaventare;
- limitare le scelte;
- obbligare a frequentare centri commerciali e posti chiusi dove fa fresco ( o caldo) e non piove;
- a predisporre la gente a essere di quell'umore perchè il tempo sarà così;
- a creare inutili aspettative;
- a programmare l'improgrammabile.

Soprattutto limitanti sotto ogni aspetto della vita corrente, fanno in modo anche di farti decidere cosa mettere senza pensare che l'atto di indossare deve essere fatto in base alle esigenze e alle necessità, non a quello che viene previsto dal meteo.
Così oggi, tra un acquazzone e l'altro, senza pormi tanti limiti, me ne sono stata i jeans e canotta, sono riuscita a farmi un giro in bicicletta e pure quattro risate a vedere una serie di persone insciarpate!!! (lo sapete che odio gli uomini con il foulard: beh, oggi ben tre!!! indecente e troppo ridere!!!)

Lasciamoci trasportare  dai nostri istinti, e non da quello che ci viene propinato! Il meteo lasciamolo agli agricoltori, ma il resto delle persone viva tranquillamente la propria vita, ma che la viva veramente!!! Sentirsi sciolti, liberare le proprie emozioni, tramutarle in gioia e sorrisi! e contagioso, vedrete!!!

E dopo  questo: buona domenica. Purtroppo non potrò esserci al raduno del blogger, troppo difficile raggiungere da sola il posto, e farmi ore 6 ore tra treno e bus...peccato, aspetto tutti i vostri post con dettagli di foto, emozioni e cronaca!!!
così l'opzione sarà una capatina alla mostra del cinema al Lido, biglietti già presi per To the wonder di Malick! e chissenefrega se tempesterà, tirerà vento e mi si scompiglieranno i capelli! Chissenefrega!!!! ridiamoci su!!!!

Vi ho contagiato????


mercoledì 29 agosto 2012

Ritrovar - mi ?

In questi giorni mi sto preparando "Ritrovare il benessere"...un lavoro in cui sto investendo molto e che sarà la base per la mia futura attività di naturopata-iridolo (mi suona strano, ma è così!).
Finalmente sembra che eventi e sballottamenti vari non direttamente imputabili a mie scelte, si siano calmati e così sto sfruttando le mie ore libere a scrivere e impaginare questo lavoretto.Si tratta di un fascicolo con consigli che si possono seguire per poter ritrovare l'equilibrio perduto. L'alimentazione sarà alla base di tutto, unita a tutti gli altri elementi che ci circondano, a rafforzare quel concetto che spesso ribadisco e che consiste nel sentirsi parte viva della Natura. Quali essere viventi non possiamo escluderci e sentirsi meno o più responsabili nei confronti di tutto ciò che ci circonda. Tutto il creato è un insieme di vibrazioni che costantemente entrano in contatto con il nostro essere, sta a noi coglierle e rispettarle.
Questo ri-avvicinamento all'alimentazione mi ha fatto ritornare la voglia di cucinare, come era mia prassi diciamo. Probabilmente ha inciso il caldo torrido dei scorsi mesi ad allontanarmici, forse delle resistenze che ancora sono forti, tant'è che questa cosa non mi rattrista per nulla. Fa parte della vita allontanarsi dalle cose che piacciono di più, scoprirne altre per poi magari ritornare.
E allora, visto che il forno ora si può tornare ad accendere, il pane viene già da scorsa settimana sfornato: la mia pasta madre c'ha sempre avuto un occhio di riguardo da parte mia, e così i risciacqui sono stati costantemente effettuati. Con gli avanzi ho pure azzardato delle tigelline fritte in padella, che farcite con patè di olive non erano male.
Ma la cosa che maggiormente mi ha dà soddisfazione è la panzanella rivisitata. Oramai i pomodori stanno scemando dall'orto, e quindi sotto con questa velocissima ricetta.

Prendere 3 pomodori  maturi al punto giusto, tagliarli a cubetti, riporli il una ciotola e cospargerli di gomasio.
Tagliare tre fette del vostro pane a pasta madre, meglio se ricco di semini,e poi farlo a dadini che verrano messi con il pomodoro precedentemente tagliato. Aggiungere poi un quarto di cipolla tagliata finemente, altro gomasio, olio e un cucchiaio di acqua, e dell'origano.
Ci stanno bene anche altre piante aromatiche, a piacere come volete, io preferisco l'origano, ma non rifiuto il basilico, che quest'anno è stato particolarmente generoso e ancora è bello verde.
Si può gustare dopo mezz'ora, ma meglio se marinata in frigorifero una notte! Piatto unico, perfetto anche come accompagnamento per un aperitivo con una birra (con il vino solo sauvignon o un rosso, la spiccata acidità del pomodoro rovina tutto il contesto!).


(P.S.: Non sto vagando nel buio...tempo al tempo...e pazienza, c'ho il lumino acceso)



martedì 5 giugno 2012

5 giugno: un obbiettivo per il resto dell'anno

5 giugno, oltre a ricorrere la data del mio anniversario di matrimonio (8, son tanti per un'adolescente dentro  e fuori ^_^ ), è la Giornata Mondiale dell'Ambiente. Una ricorrenza istituita 40 anni fa dall'ONU, che attraverso vari comitati organizzatori sparsi un po' ovunque, sono state organizzate  delle iniziative d'azione, atte a segnalare alla popolazione uno condotta maggiormente ecosostenibile, attraverso la divulgazione di quali possono essere le azioni per poterlo fare:
- limitare e selezionare i consumi e i loro canali;
- prediligere i mezzi di trasporto a basso impatto ambientale
- incentivare il km zero a tavola
- insegnare ad autoprodurre
- stagionalità nel proprio piatto, prima di tutto
- riciclare e reinventare
- amare l'ambiente, diventando consapevoli che dell'ambiente siamo parte, non possiamo assolutamente pensare che sia solo ed esclusivamente padroni di ciò che calpestiamo. Di fronte a tutte le altre creature siamo esattamente alla pari, nulla in più e nulla in meno. Quello che riceviamo, possiamo pure darlo. Uno scambio continuo e sinergico ... Ricordiamolo, eh!!!

Uno solo di questi propositi, portato avanti giorno dopo giorno può fare molto. Se ognuno di noi almeno ci pensasse un pochino, faremmo tantissimo.
Pertanto: 5 giugno, agisco, e cambio punto di vista, per l'ambiente e per noi tutti.

Vi lascio un video, Pearl Jam, Amongst The Waves, aspettate fino alla fine, il loro messaggio...