Ogni tanto non fa male ritornare su tematiche a me molto care che riguardano vegetarianesimo, etica e controllo del pensiero delle masse. In giorni come questi, in cui ci vengono spiattellate notizie che riguardano unicamente aliquote in aumento e dis-aumento e manovre congiunturali o "maestrali", fatte ad hoc per impennare gli umori e far correre tutti al consumismo spietato, ripenso a cosa sia per me il consumismo, legato soprattutto a una scelta vegetariana, scelta di vita mia e personale, come tutte le scelte dovrebbero essere. Ricordiamolo bene. Perchè queste riflessioni? perchè in tutto ciò che ci circonda - il soldo, la notorietà e l'essere/avere di più - danno il valore aggiunto. Così in apparenza.
Allora anche qui, trovo dieci motivi dal risvolto materialistico, che mi fanno dire sì alla mia e personale scelta vegetariana (che nulla di materialistico c'ha...)...
1) avvicinarsi al vegetarianesimo comporta una maggiore coscienza di ciò che si mette sul piatto, ecco quindi che le cose più schifose e ricche di conservanti, coloranti e additivi non le prendo: risparmio in salute, risparmio in ecologia (meno rifiuti) e risparmio in termini economici
2) recupero e riciclo: diventa una sfida personale quella di sfruttare al massimo tutto ciò che ho in dispensa, senza buttare nulla. L'obbiettivo è disfarsi dei rifiuti andando a finire l'intero prodotto che ci sta dentro.
(Non vi nascondo il grande rammarico di dover buttare dei fondi di cereali che han preso le farfalline con il caldo eccezionale di agosto: è successo, una lezione per il prossimo anno)
3) non cibarsi di carne comporta una maggiore tranquillità e pacatezza, lucidità mentale e forza fisica. La lucidità permette di distogliere lo sguardo da pubblicità e altre amenità che ci convincono che non stiamo attenendoci ai corretti schemi societari che impongono di essere diverso dalla propria indole, quindi meno pubblicità e meno controllo della mia mente, che sceglie cosa acquistare e quindi non si fa imbambolare da quell'offerta o dal miglior prodotto presente nel mercato
4) la salute ne guadagna. Da maggio 2006, di grave, ho avuto solo un'otite con quasi perforazione del timpano, manifestatasi in fase d'atterraggio rientrando da NY, probabilmente avevano iniziato a togliere la decompressione, era il primo dell'anno e la fretta era tanta... Che ho curato a modo mio... anche qui ho scelto di prendermi cura di me stessa, responsabile di me stessa. I mal di testa che quotidianamente mi attanagliavano sono spariti. L'ultimo attacco risale a un anno fa, post mozzarella avariata. E' consumistico anche star male e prender le medicine, e farsi accusare da chiunque che star male è un delitto. Io opto per malattia => richiesta del corpo di riposare => mi occupo di me stesso => sto nel dolore, significherà pur qualcosa sto messaggio che arriva dalle proprie viscere??? e quindi opportunità di star a contatto con sè stessi e meno soldi alle lobby farmaceutiche.
5) orto e cura della terra. Sembra una cosa ovvia, ma c'è ancora chi non apprezza l'energia dell'appena raccolto, che oltre a darci prodotti sani e controllati a km zero, ci rifornisce di vegetali a un prezzo molto concorrenziale. E poi prendersi cura anche di una sola pianta di basilico, tanto per iniziare, dà grandi soddisfazioni al cuore. Provateci.
6) risvolto etico-economico: le scelte al supermercato ricadono sempre più spesso su prodotti equosolidali, in confezioni eque, prediligendo lo sfuso e i prodotti che non sono di origine animale. E poi il fatto di spendere anche qualcosina in più ci fa porre attenzione agli sprechi, al non acquistare cose inutili e a selezionare prima di tornar a casa con le borse piene. E' una cosa "naturale", che avviene automaticamente nei veg*. Appunto. E consiglio pure di scrivere una lista di quello che manca. Appunto.
7) si risparmia in tempo. La cucina veg è veloce e fantasiosa. A volte lesso dei cereali e legumi, due volte la settimana in discreta quantità. Li ripongo in frigo, e all'occorrenza li unisco a verdure saltate, in polpettine, in abbinata a spezie ed erbette. E mi occupo delle mie passioni con quello che risparmio :)
8) si guadagna anche in esaltazione dei sapori. Il nostro organismo, senza la carne, si appropria dei propri sensi. Se ripenso alla fettina, ricordo che non sapeva di nulla. E' la cottura a dare il sapore, con le spezie aggiunte e le marinature. (La carne di per sè sa di marcio...)
(lo so, c'azzecca poco, ma sempre valore aggiunto è!!!)
9) il fabbisogno della bilancia del cibo, a livello globale, non viene intaccato da chi sceglie veg*, sia a livello di dispendio di cibo relegato agli allevamenti, che nei consumi di acqua e anche a riguardo dello sfruttamento dei terreni. Vi invito a leggere questo
articolo di Maurizio Pallante e Andrea Bertaglio, dal blog che hanno ne Il Fatto quotidiano. Se volete sbellicarvi dalle risate, leggete pure i commenti. L'accanimento dei veg* e dei non veg* è fuorviante alla tematica.
Questo mi crea pure dispiacere, però le risate hanno la maggiore...poveretti (!?!!)
10) economia domestica, in termini di vero risparmio in monetine perchè non vengo invitata a cena proprio perchè la mia scelta sembra vincolare il mondo intero quando devo essere invitata fuori o a casa di qualche amico o famigliare. Così mi ritrovo spesso a casetta per cena.
E' stato difficile trovare tanti punti "consumistici" e materialisti in questa mia scelta. Prendiamola come un gioco. A calcare che le scelte sono sempre tante, diverse, ma che soprattutto sono legate a un aspetto individualistico e di responsabilità.
Vi ricordo che la mia scelta fu derivata da una iniziale necessità a ritrovare la salute per poi diventare cosciente scelta etica.
La scelta di dieci punti era per lasciare un interessante
link, in cui i dieci riguardano la scelta di rivolgersi o no, al proprio medico, tratto dal sito www.disinformazione.it ...
... ricordate: scelte e responsabilità...