lunedì 8 ottobre 2012

Raboso nel risotto

Arriva ottobre, e la vendemmia qui da noi ancora non è finita.
Il raboso chiuderà la turnata, e finalmente si tornerà a quella sorta di normalità che tanto attendo: diciamolo, lavorare in una cantina è frenesia pura, la vendemmia porta allo sclero totale, gente, uva, burocrazia e controlli e quando rimane la raccolta del raboso si inizia già ad allentare i ritmi, complici le giornate che si accorciano.
Il raboso è un vitigno a bacca scura, autoctono veneto, in particolare della regione limitrofa al Piave, in particolare quando la Piave entra in pianura e attraversa la provincia di Treviso. La particolarità del raboso Piave è l'asprezza e l'acidità, molti tannini e un corpo molto duro e sostanzioso. Il vino dei nostri nonni, per anni scomparso e ritornato in voga negli ultimi anni, rivalutando proprio questa particolare decisione che ne conferma un vino molto appetibile e apprezzato.
Lo adoro sapete? e la cosa che più mi soddisfa è che non necessariamente si debba abbinare alla carne. Anzi, io me lo gusto da solo, oppure con una zuppa di legumi, con polenta e formaggio o perchè no con un risotto!!!
Come quello che vi propongo oggi.
Risotto al raboso
Prendete una cipollina, mondatela e tagliatela sottilmente e fatela appassire con un po' d'olio e una manciata di semi di sesamo. Appena imbiondisce aggiungete il riso che più vi aggrada, quello con cui meglio vi trovate a fare il risotto - ho notato che ognuno ha la sua preferenza, e guai a consigliar diversamente! - e nelle quantità che preferite. Noi a casa due tazze da caffè sono ideali per due persone, c'è chi usa i pugnetti, vedete voi (poi fatemi sapere come fate voi, curiosa io !?!!!!).
Tostate il riso e aggiungete un mestolo di brodo vegetale, precedentemente preparato. Continuate la cottura del risotto alla solita maniera, alternando ai mestoli di brodo, del Raboso Piave. Quando il riso sarà al dente, aggiungete due cucchiai di grana (o alternativa vegan, del lievito alimentare) e una noce di burro (o un goccio d'olio d'oliva), mantecate e lasciate riposare a fuoco spento per qualche minuto prima di servire.
Ottimo con un calice di raboso... quale miglior maniera per iniziare una lunga settimana autunnale....

7 commenti:

  1. Ma se non trovo il Raboso , essendo in Liguria, cara Sole, lo faccio con un altro tipo di vino, che mi viene ? Una ciofeca...aiutami tu!!!

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  2. Un buon rosso, anche piemontese...un barolo...oppure un chianti/morellino/sangiovese...beh! l'importante è che non sia rosato, e sia tannico a sufficienza!

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  3. Meraviglioso questo risotto :)
    E bello sapere anche che questo vino racchiude tutto l'antico sapore delle tradizioni e dei sapori dei nostri anni!
    Adoro il vino rosso , sarei curiosa di assaggiarlo e sorseggiarlo per assaporarne tutto il suo intenso e corposo sapore... Chissà che profumo!!
    Un rametto di rosmarino io c'e l'avrei messo, con
    Il vino mi piace molto :)

    Ps. Io alle volte vado a 'pugnetti' :D

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  4. Quali anni XD volevo scrivere 'nonni' i sapori delle ricette e tradizioni dei nostri nonni :D

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  5. Adoro i vini rossi de na olta ...e adoro pure il riso fatto così Dalle mie parti si usa con vini Valpolicella. Brava, bel post autunnale,la stagione dove non ci resta che bere, quando la giornata si accorcia ... e solo così si riesce a rivedre il sole ;)

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  6. @Cami, il rosmarino lo metto solo quando devo far risaltare qualcosa di insipido di suo! il raboso non ne ha bisogno, diciamo che è completo! la maturazione è definita quella che conclude tutte le vendemmie italiane, e quindi racchiude aromi e sapori intra-stagionali!

    @Alligatore, il vino è il giusto compromesso..con la copertina, le castagne e il camino acceso...

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  7. ieri sera l'ho fatto con il teroldego rotaliano ... è finito sia il risotto che il teroldego :-)

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Vostri e miei Raggi di Sole ^^