Intensi per svariati motivi:
- fatica
- meraviglie di paesaggi e natura viste proprio con i miei occhi
- tempo dedicato al mio dialogo interiore
- possibilità di stare con un amico che pensavo di aver perso e invece ho ritrovato
- considerazioni varie che ne ho tratto ...
E allora vi spiego un po' cosa ho fatto. Con Ale (marito) e Andrea siamo partiti domenica mattina, h. 5.30, metà il parcheggio ai piedi dell'incontaminata Val di Fanes. Il nostro obbiettivo era percorrerla, fino a raggiungere il rifugio Pederù (albergo direi), che si trova nel versante tirolese. Passare la notte lì (se non ci fosse stato posto la tenda era in macchina), e poi la mattina seguente risalire verso il rifugio Fennes per poi dopo un'ora arrivare al rifugio Biella (del CAI di Treviso :) ). Diciamo che senza accorgerci abbiamo fatto una parte del percorso consigliato nell'altavia n. 1, così se volete dare un occhiata potete farlo!
Il tutto è stato fatto in 7(primo giorno) + 6 (il secondo) ore di cammino, in cui la tenacia è stata da dote più forte di tutti e tre. Il mio ginocchio ha chiesto pietà per l'ultimo tratto di strada, una discesa di 800 mt di dislivello che il mio collaterale destro ha mal sopportato: ma senza lamento!!! Dura, fino all'ultimo passo.
E i passi sono stati tanti, lunghi e veloci, calmi e ansimanti in quei tratti di salita in cui dare un nuovo ritmo al cuore era un po' più complicato, e spediti in quei tratti in cui tutto sembrava più facile e accessibile. E' questo l'insegnamento della montagna, la dura prova del rapporto stretto che si ha con la natura, sentirsene veramente parte come sempre dovrebbe accadere, con assoluto rispetto e stima per tutti gli essere che si incontrano, vedono, sentono e percepiscono.
Questi passi hanno dato spazio anche al mio dialogo interiore. Tante le cose che mi sono passate per testa, idee e ambizioni, forza e determinazione per futuri progetti, grande amore per quello che verrà, curiosità per gli intrecci che stanno creandosi nella mia vita, con tanti sorrisi da distribuire, perchè vengono spontaneamente e questa è la più vera consapevolezza che ho avuto lassù.
Rifugio Biella - 2326 mt s.m. |
Passi affianco di un amico che per un periodo non ho avuto a mio fianco, ma la montagna ci sta riavvicinando, senza rivangare il passato e mettendo nuove basi al nostro rapporto. Ci siamo abbracciati forte salutandoci, e questo vale più di ogni chiarimento. Sono felice.
La paura poi. Quella di non farcela. Non c'ho nemmeno pensato prima di partire, solo Ale era seriamente preoccupato per il mio ginocchio, fiato, forza nel portare uno zaino e coraggio. La mia stizza nei confronti di questo pessimismo è stata accesa, anzi diciamo che m'ha veramente urtato! E rendere questo viaggio una prova che la posso fare è stato determinante: per me. Mi sono resa conto di una sfumatura della paura: essa si crea, spesso, perchè gli altri ce la incutono, ci pongono di fronte a realtà non vissute direttamente da noi e pensano che possano essere un pericolo per noi, una minaccia per la nostra esistenza. Ma credo che questo spesso sia più dovuto all'incapacità di affrontare momento per momento le difficoltà che si incontrano, senza farle diventare per forza un problema e anche a monte paura di perdere la persona a cui si incutono tutte queste "fisime". Raggirare questo è importante per non farsi sopraffare da ansie e inutili paturnie. Vivere è un'altra cosa, legata al proprio naturale istinto. E sono contenta di essere cresciuta con un senso di approssimazione e incoscienza e in questo ringrazio mia mamma che nell'allevarmi si è fidata anche degli errori che facevo, dei pericoli a cui andavo incontro, del mio essere "maschiaccio" senza per forza deviare questa mia istintualità...(più o meno fino ai 17 anni, poi si è aggrappata a me fino allo sfinimento, ma questa è altra storia).
Ora sono "pezzata": il sole m'ha decisamente segnata in tutto il corpo, segni di zaino, maglie, scarponi e pantaloncini. Il sole, che mi ha accompagnato sempre in questi due giorni, mai abbandonata. Mi scalda, conforta e nutre: insegna che sorgere e tramontare è un aspetto quotidiano, nulla può essere diverso che il vivere giorno per giorno, passo dopo passo.
A volte i viaggi, in particolare in montagna, hanno questa forza di riavvicinarci ad altri e allo stesso tempo di riavvicinarci a noi stessi ...ma ora basta, filosofeggio troppo. Prima o poi devo ritornare a camminare pure io, anche se pure io ho un ginocchio non in gran forma (però a superato tutte le salite in bici, quindi è forse guarito).
RispondiEliminaAlligatore, mi piace quando filosofeggi!
RispondiEliminail mio oggi sta benissimo, 15 km in bici andata e tornata a Treviso senza nessun problema, cavoli pensavo di essere uno straccio invece ho acquisito ancora più forza!
belle parole, come sempre. e quel che è meglio è che non sono solamente parole, ma riflessioni e considerazioni belle, vere, profonde. Ti auguro di poterti godere i nuovi intrecci e i rapporti consolidati.
RispondiEliminaun abbraccio
Le paure altrui e le loro aspettative a volte possono essere distruttive. Fai bene a non lasciarti influenzare.
RispondiEliminaper la "passeggiata" in montagna, ti dirò che ne ho tantissima voglia e dato che il tempo adesso c'è l'ho, mi sa che mi devo solo mettere a tavolino e decidere dove andare :)
mi trovo d'accordissimo sull apaura. nasce troppo spesso da ciò che gli altri instillano in noi....
RispondiEliminati sento molto malinconica, un po' triste e in divenire in questi ultimi mesi. ti stringo forte.
@Herbi, grazie mille mi fa piacere arrivino come voglio che arrivino le mie parole!
RispondiElimina@Nadir, butta giù il piano e lanciati! è rigenerante!
@Barbara, hai colto bene: "malinconica" a tratti, ma anche un'energia che non ho mai avuto. Anche il blog ha subito questa svolta, sempre mantenendo il mio tono ottimista, ma alla ricerca di qualcosa. Arriverà..si tratta di avere pazienza, e io ne ho tanta tanta...
Bellissimo racconto, Elena! Camminare aiuta anche me a pensare, molto spesso è la cosa più naturale da fare per sgombrare un po' la mente e fare ordine, uscire di casa e mettere un piede avanti all'altro. Il tuo post dovrebbe essere un buono spunto di riflessione per me che mi faccio incantare dalla montagna e dalla sua natura ma troppo spesso mi blocco e arriva la paura di non farcela e di far vincere la fatica..ed ecco che non riesco a fondermici completamente, a sentirmi del tutto parte di quel che vedo che mi sembra sempre "troppo" per me.
RispondiEliminaPoi che dire, abbracciare amici lasciati indietro senza che il passato si faccia sentire è quel che mi manca per essere davvero serena con me stessa, credo.
Grazie per queste riflessioni che hanno fatto bene anche a me! un abbraccio
@Natadimarzo, grazie sai. Quello che scrivo spero anche possa in qualche modo stimolare, e tu me ne dai atto! Gli amici: si scelgono. e quando accade qualche imprevisto tutto crolla perchè cozza con quella propria scelta di essere amici. Questa riconquista per me è preziosa...
RispondiElimina