martedì 6 luglio 2010

Ossigeno

Quello appena trascorso è stato un weekend d'ossigeno.
L'obiettivo era lo spettacolo di Marco Paolini, una delle manifestazioni organizzata da "Suoni delle Dolomiti", uno spettacolo dal titolo "Uomini e Cani, dedicato a Jack London", luogo Rif. Vajolet, Val di Fassa.
Con Alessandro mio marito, Silvia e Cristiano, avevamo organizzato un'escursione per l'intera giornata nei rifugi limitrofi. Partiti da Treviso alle 7,00, alle 9,15 eravamo già davanti al Garnì Roseal di Pozza di Fassa, per lasciar giù il cambio per la notte. Un posto un po' spartano, ma accogliente e sufficiente ai nostri materiali bisogni di doccia calda e un letto dove poter giacere.
Alle 9,30 eravamo già ai piedi della seggiovia che ci avrebbe portato nei pressi del rifugio Gardeccia. La prima cosa che mi colpì seduta da lì sopra, fu il silenzio...e questi pini enormi,altissimi, Cristiano e Silvia hanno avvistato scoiattoli, si vedevano anche le azalee fiorite...
Conclusa la risalita, abbiamo affrontato il primo tratto di strada a piedi, verso il Gardeccia: una salita in una mulattiera e poi una passeggiata immersi nel verde del bosco. quest'ultima parte di percorso era tracciato da una serie di cartelloni che riportavano notizie che riguardavano gli alberi, la loro età (quelli alti, alti hanno 2oo anni!!!), i ceppi, gli anelli di vita....
Subito il peso dell'ossigeno si è impossessato di me. Avevo proprio la percezione che mi si riempivono i polmori di aria nuova, e che mi liberavo da tutte le tossine accumulate! Che leggerezza! Sentivo un rinnovamento! E dopo una settimana di lavoro era quello che ci voleva!
Raggiunto il rifugio Gardeccia, la meta successiva fu il Rif. Vajolet e una dura salita ci aspettava...Devo essere sincera: non era così difficile, purtroppo non ero preparata ad un tale sforzo, e il giorno prima inspiegabilmente avevo la pressione bassa (che fosse dovuta a quest'afa della pianura veneta?? mah! chissà!!!)... perciò con passo lemme, stecca di liquirizia alla bocca, e tanta tanta pazienza da parte di Ale, Silvia e Cristiano sono giunta alla meta. Che soddisfazione!!!
Giunti al Vajolet e al Preuss (altro rifugio vicino) ci siamo trovati di fronte ad una vallata in salita di roccia, che ci diceva di non fermarci e di proseguire subito, tralasciando tutte le lamentele che la fatica voleva far uscire...
Dopo un'ora e mezza circa, il Rifugio Principe,quota 2600, era davanti ai nostri occhi.
Uno sguardo al panorama, vette infinite solcate da qualche nuvola che non minacciava pioggia: i miei sentimenti sono stati quelli legati a un'infinita pace, tanta calma, un sorriso stampato sul mio viso che poteva far sciogliere anche la neve che c'era nel canalone vicino a cui c'eravamo messi a pranzare.
La fatica viene ripagata dalla natura. E' stato questo pensiero che mi ha accompagnato per il resto della giornata. Quante volte, nella quotidianità ci troviamo davanti alle difficoltà e ci ostiniamo a sentirci abbandonati, eppure davanti ai nostri occhi ci troviamo un'immensità di cose belle, che nemmeno vediamo, ascoltiamo, gustiamo... tutto ci scorre troppo in fretta, non cogliamo le piccole cose essenziali e ci si preoccupa delle particolarità. Troppo conformismo... ancora questa parola che torna nella mia testa.... forse un po' di stanchezza e desiderio di staccarmi dalla superficialità e banalità.
Tornati a valle, al Rif. Vajolet, la brama di curiosità mi spingeva verso un ruscello che scendeva a valle. Il desiderio era immergere i piedi in quell'acqua gelida! La prima cosa, un po' comica direi, è stata un'attraversata sopra un crostone di neve che sormontava questo rio, per poi rompere il bordo e cadere a terra in piedi! per fortuna il "volo" è stato di un metro... e accompagnato da una grande risata!!!
L'acqua gelida, questa mia nuova amica, era insopportabile. La chiamo "nuova amica", in quanto fino a 2 mesi fa la temevo ... per me l'acqua calda è la coccola, la protezione; rappresenta inoltre la mia apertura, desiderio di amare e sentirmi amata, la solarità... ma questo non mi basta per poter affrontare paure, testare e superare il dolore, reagire e stabilizzarmi... ecco perchè ho stretto amicizia, e perciò ho scelto di condividere, con l'acqua fredda.
Dopo questo "puccio" gelido, è iniziata l'attesa per lo spettacolo di Paolini... appostati di fronte a un masso da dove ci avrebbe intrattenuto, ci siamo sollazzati un bel po' attendendo la succulenta cena che già ci immaginavamo al rifugio... polenta e formaggio fuso...birra... e panna cotta ai frutti di bosco!!!
Il tempo però iniziava a peggiorare: basse e scure nubi lambivano le vette, e sembrava girassero attorno...l'ottimismo iniziava a svanire...
Poco prima della nove, Paolini è salito sul masso e ha iniziato lo spettacolo, in anticipo, ma la minaccia temporale era molto reale e già qualche goccia iniziava a cadere... e dopo mezz'ora ci ha annunciato che tutto si interrompeva, che il tempo stava peggiorando ... e dette queste parole acqua a secchiate dal cielo, e non bastasse anche la grandine! Duemila persone, con poncho, tele cerate, pila e zaini in spalla, che scendevano verso il Gardeccia dove dei bus navetta le avrebbero riportate al paese. Era un esodo.
Inizialmente m'era venuto panico! Tremavo tutta, temevo la paura degli altri; poi la determinazione e il rispetto della gente di montagna ha preso il sopravvento e tutto è filato liscio...
Zuppi d'acqua ma felici....
Una giornata che è stata ossigeno per la mia mente e per il mio corpo. L'ho percepito talmente tante volte che questo è il maggiore ricordo che porto di sabato...
Una pausa dalla quotidianità, risveglio dei sensi che hanno riacquistato la loro vera essenza. Un'esperienza che vorrei ripetere, perchè questa evasione mi riporta ad avere contatto con me stessa.
Ecco perchè vorrei cercare di essere coerente e rispettare questo mio desiderio di prendermi più spazi, dando ascolto ai miei 5 sensi e facendomi condizionare solo da quello che la natura ed i suoi elementi mi offriranno.
Voglio viziarmi di me, sbaglio????

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