lunedì 17 giugno 2013

Come di venerdì 14

Volevo ricordare Nazim Hikmet, il rivoluzionario romantico, in queste giornate in cui i nostri occhi sono puntati sulla Turchia, le sue parole ritornano in mente vorticosamente...
Ho scelto questa, che un po' mi rappresenta in questi giorni così pieni di sole, serenità e vita ...


Mosca, 1956

C'è un albero dentro di me
trapiantato dal sole
le sue foglie oscillano come pesci di fuoco
le sue foglie cantano come usignoli

è un pezzo che i viaggiatori sono scesi
dai razzi sul pianeta ch'è in me
parlano una lingua che ho udito in sogno
non ordini non vanterie non preghiere

in me c'è una strada bianca
le formiche passano coi semi di grano
i camion passano col chiasso delle feste
ma il carro funebre - è proibito - non può passare

in me il tempo rimane
come una rossa rosa odorosa
che oggi sia venerdì domani sabato
che il più di me sia passato che resti il meno
non importa.







6 commenti:

  1. Adoro Nazim Hikmet.. e credo di sentirmi un po' come te..quindi faccio mia la poesia che hai scelto..grazie ! Buon pomeriggio di sole ;)

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  2. M4ry, mi piace condividere! grazie a te :)

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  3. Che vibra, già, senti propio il sole in questi versi. Adatta ai nostri giorni per tanti motivi ...

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  4. @Alligatore, esatto, è versatile!

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  5. Una bella poesia. Come stai cara?

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  6. Cara Kylie, ben tornata... io malaticcia mi godo la notte del solstizio! ;)

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Vostri e miei Raggi di Sole ^^