martedì 9 ottobre 2012

9 ottobre 1963 Vajont: percorsi della memoria

Per noi veneti, ma credo per tantissimi altri, la ricorrenza della strage del Vajont ha un peso molto forte. Sconvolse il bellunese, e di riflesso anche noi trevigiani, di quanto scendeva lungo il Piave erano i nostri genitori e nonni ci hanno ricordato.
260 milioni di  metri cubi di roccia  che dal monte Toc innalza 50 milioni di metri cubi d'acqua che superano la diga per eliminare dalla faccia della terra interi paesi, tra cui spicca Longarone.
Uno zio fu tra i soccorritori, lui era in servizio militare a Belluno. Lui ancora adesso non riesce  trasferire a parole quello che vide e quello che provò, gli si bagnano gli occhi al solo accenno dell'argomento.
Perchè di polemiche sul perchè e per come ce ne sono state, ce ne saranno e continueranno.
A me rimangono i racconti, le foto e le testimonianza di chi mi sta vicino. E poi libri, foto e riviste. E Marco Paolini che così intensamente racconta la storia di questa vallata sommersa dall'acqua, nei suoi testi e rappresentazioni teatrali. (ho linkato il primo tempo, poi passate al successivo :) ). Vi invito a guardarlo. Ricordiamo uno dei nostri olocausti, appellativo di Paolini, che condivido completamente, in questo giorno della memoria.

Mi sono voluta rendere conto di quanto accaduto domenica 30 settembre, una camminata fin sopra sulla diga, che viene aperta al pubblico sono nell'occasione dei percorsi della memoria. Partiti da Longarone, abbiamo risalito a piedi, sotto la pioggia, eravamo in 5500, tra runner, curiosi e appassionati di montagna e camminate. Spettacolare questo cordone di  persone che risaliva la montagna, affrontando fango e difficoltà, per poter vedere con i propri occhi la natura che fu testimone di quella tragedia.
Qualche foto, presa con il mio telefonino, può darci l'idea della bellezza di un luogo che è ancora intriso di morte e di un lutto che ha ormai 49 anni. Ma la speranza, la bellezza della rinascita sconvolgono gli animi, portando a una sorta di serenità.
un cordone umano...


pioggia, e primo scorcio della diga

ci avviciniamo...

diventa sempre più imponente



vi assicuro che era più buio nei tunnel pedonali  interni la montagna...

difficoltà di risalita, causa pioggia e fango...tutti fermi.


Fiume Piave, Sacro alla Patria.

Io mi immagino il terrore, lo sento che scorre dentro di me, il vento che si alzò, quell'attimo prima che succedesse la catastrofe, il rumore assordante della morte che giungeva, il peso dell'acqua che mi veniva addosso. La natura è imprevedibile e ci sorprende.

5 commenti:

  1. Ho letto interviste, visto documentari e foto, ma niente poteva prepararmi allo sgomento che ho provato l'anno scorso quando mi ci sono recata per la prima volta.
    Le lacrime scorrevano senza che me ne rendessi conto e sono rimasta senza parlare per un bel pezzo.
    Solo silenzio e una immensa tristezza...

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  2. Hai fatto bene a ricordare questo fatto sconvolgente, e anche il link a Paolini è perfetto (me loi guardo con calma) ... e poi le foto, molto significative (con quel tempo ancora di più).

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  3. Dal tuo scritto arrivano forti emozioni...le gocce di pioggia pesante le sento anch'io che sono lontana e che non ho mai visto quei luoghi...

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  4. @Spirulina, anche per me ogni volta è sconvolgente...l'impatto dal vivo è forte, e nonostante le tracce del disastro siano solo dei mnumenti commemorativi, il ricordo aleggia forte e viene trasmesso a chiunque passi di lì...

    @Alligatore, grazie...

    @Natadimarzo, pioggia pesante ...è proprio vero..

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  5. Hai ricordato un avvenimento che ha sconvolto davvero tutti i veneti e non solo.

    Buona giornata

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Vostri e miei Raggi di Sole ^^