Sono giorni decisamente intensi, in cui MoltoTutto è incentrato sullo studio. Mi sto completamente dedicando a prepararmi all'ennesima fatica scolastica, l'esame di dietetica.
Tutto sembra ovvio, quello che leggo, rileggo e ripasso, sembra una via facile. Ma così non è.
Ho realizzato, osservando il mio rapporto con il cibo, che gli scogli più duri per riuscire ad avere una maggiore consapevolezza nell'alimentazione, sono sconfiggere le abitudini, e provareprovareprovare con le proprie mani, bocca, stomaco, intestino, corpo cosa significa mangiare e nutrirsi meglio, e poi, senza togliere nulla al cibo, non sottovalutare la propria salute psichica.
Prima di tutto, dietetica: che vuol dire? si tratta della scienza che si occupa di alimentazione e nutrizione, dell'impatto che l'alimento ha nel nostro corpo partendo dalla scelta degli alimenti, da come li ingeriamo e mastichiamo in bocca, fino ad arrivare giù nello stomaco, per poi passare all'ileo, dove vengono rimestati, assorbiti, e poi giù per il crasso fino all'espulsione. Questo comporta avere chiare le combinazioni alimentari, conoscere dove nello specifico avviene la digestione di ciò che si digerisce e i tempi che ci vogliono per farlo! tenendo conto delle interferenze che un cibo può avere con altri assunti nello stesso momento. Dalla biochimica poi si passa anche a capire quale regime alimentare sia più consono o meno all'uomo, o almeno a cercare di capire quale sia il più corretto e vicino alla nostra tipologia di persona, e da qui conoscere nello specifico quali sono i nutrienti di cui abbiamo più bisogno. Un bignamino niente male, vero? ma almeno offre un idea sommaria di cosa tratti questa vasta materia.
Ma torniamo a quanto ho realizzato in questi giorni.
Abitudini alimentari: qual è la sfida maggiore, in qualsiasi campo, per una persona? modificare e sbaragliare le abitudini. La routine sembra un rituale intoccabile, che non dobbiamo sfiorare perchè potrebbe comportare una grande destabilizzazione, il cambiamento potrebbe portarci a perderci nel labirinto delle nostre emozioni, un labirinto che solo la nostra mente crea, infatti non vuole farci uscire dagli schemi fissi perchè sarebbe una rivincita per la nostra interiorità, la nostra anima. La soluzione, è decidere fin da subito che le vecchie abitudini devono essere soppiantate da nuove abitudini. Far valere maggiormente quello che si vuole fare, non farsi coinvolgere dagli impedimenti che la mente pone e nemmeno da quelli di tutte quelle persone che ci stanno accanto e che vogliono convincerti che è tutto sbagliato quello che stiamo facendo. Ascoltarsi, la cosa più difficile da fare, e dare un senso concreto a questo ascolto.
Un esempio: l'abitudine incallita di Mister T. Beve latte ogni mattina, da quando è nato, dopo l'allattamento dalla mamma, beve una tazza di latte ogni mattina. E ogni mattina quella tazza lo aiuta ad andare in bagno, non può assolutamente rinunciarci. Una abitudine poco salutistica, che evidenzia pure un'intolleranza al lattosio, e che dovrebbe essere soppiantata. Bene, un giorno Mister T decide che vuole ritrovare la salute, e approciarsi in maniera diversa all'alimentazione, sente che questa è la giusta via -bravo Mister T-, cosa dite se lo facciamo iniziare sbarazzandosi della solita tazza di latte? Come fare? determinazione prima di tutto, aiutare a seguire l'impulso e la volontà di cambiamento che l'ha portato a pensare a questo, e se fosse veramente difficile trovare un'altra abitudine che lo aiuti a soppiantare quella precedente un'idea carina sarebbe quella di creare un calendario giornaliero con indicato cosa mangiare a colazione, includendo qualche giorno anche uno yogurt (magari autoprodotto, così si capisce cosa significa acidificazione del latte, predigestione dei fermenti...) della frutta fresca e magari azzardare anche dei frullati di latte di soia con frutta.
Avvicinarsi gradatamente a gusti nuovi e più salutari, che siano simili alla precedente abitudine. Semplice, no??
Per quanto riguarda la "salute psichica" ce ne sarebbe da dire molto. Molti modi di dire ci riconducono al tratto gastrointestinale per raffigurare stati d'animo precisi, che proprio lì vanno a bersagliare. Si pensi alla "stretta allo stomaco", oppure "lo sento di pancia che è la cosa per me", "essere bilioso", "la rabbia mi farà venire un fegato grande così", ecc ecc ... Non ci si rende conto di quanto siano importanti le emozioni e le sensazioni fisiche, per poter digerire, assorbire, metabolizzare assimilare meglio e prevenire le carenze. Tutto quello che siamo coinvolge il nostro corpo. La prima cosa su cui punterei è instaurare un buon rapporto con noi stessi, è il primo passo per portarci a stare bene.I rapporti con gli altri sono strati più superficiali del nostro essere e se sta meglio ciò che è alla base poi vien da sè che si sistema anche il resto. Seguire anche in questo caso il proprio "sentire", senza abbandonare noi stessi, avere fiducia in noi stessi, non sottovalutarsi, avere autostima. Atteggiamenti positivi, cura di sè stessi, e in campo alimentare scegliere cibo genuino, biologico, con filiera corta, non crudele. E in questa scelta pensare al meglio per noi stessi.
E mentre si mangia atteggiamento rilassato. Nulla di peggiore di un pranzo in cui il nostro animo è teso, arrabbiato, preoccupato. E poi diciamo NO alla tivù e a sfogliare il giornale. Sono attività che distraggono, ci fanno arrabbiare. E mangiando mastichiamoMastichiamomastichiamo, con consapevolezza e ringraziamo il cibo che diventerà noi, sicuramente quel cibo ci farà meglio di quello che noi crediamo se lo accogliamo.
Come inizio direi che focalizzarsi su questi due punti potrebbe bastare.
Queste considerazioni sono il frutto della mia esperienza, nulla di scientifico, ma molta VITA: con le abitudini non sono messa male, testarda e convinta come sono non ho avuto problemi. Il rispetto di me e seguire il mio sentire sono la cosa più difficile invece. Poi però risulta esser anche la più bella, quando mi imbarco in questo nuovo viaggio trovo sempre qualcosa di veramente prezioso nascosto, ed ogni volta è una piacevole sorpresa...
non ho il tuo percorso di studio e di vita, ma mi ritrovomolto nelle cose che dici. alimentarmente parlando sono autodidatta con passione, ho approfondito nel corso degli anni per motivi di salute e ho raggiunto però le tue stesse considerazioni.
RispondiEliminabello trovare una sintonia così, con percorsi diversi :)
un bacione :))
Bibi
la vita mi affascina proprio per questo...tutte queste "strade" che si incrociano e formano una rete fortissima...
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