giovedì 3 febbraio 2011

Per la decrescita basta voltarsi indietro

Lo sciopero dei consumatori mi ha decisamente stimolato.
Ha stimolato sia la mia manualità cuciniera,(che nonostante il poco tempo da dedicarci, mi ha fruttato delle ottime pietanze!), sia quella mentale riportandomi alla memoria come si viveva anni fa quando ero bambina.
Nonostante sia nata negli anni 70, i ricordi che ho risalgono agli anni '80: la spesa di casa veniva fatta nel negozio alimentari del piccolo paesino rurale della pianura veneta trevigiana dove vivevo. Mamma mi muniva della lista della spesa, e mi mandava da "Nano", proprietario del negozietto situato presso l'incrocio principale del paese, a pochi passi dalla piazza e dalla chiesa, e sapevo che quando andavo a fare la spesa io, nella lista trovavo sempre la voce della mia pseudo ricompensa : il "Cremino", il mio Cremino.
Avrò avuto 8 anni quando iniziai la mia carriera da massaia, e il cremino mi stuzzicava molto!!! ora che ci penso, i miei gusti in fatto di cioccolata sono veramente cambiati, adoro quella fondente ora, però l'unica eccezione rimane ancora il cremino...
La lista della mamma non era mai esageratamente lunga, scriveva così: spaghetti n.5, riso con l'involucro marrone, (non quello azzurro che usava la nonna invece!!!) a volte tonno in scatola, prosciutto cotto, pancetta tagliata un po' grossa (e poi indicava lo spessore!!!), caffè, 1 kg di zucchero, farina 00, lievito per dolci, aceto, olio... insomma tutto ciò che in una normale dispensa non poteva mancare per farsi da sè qualcosina, o per le emergenze. Le verdure venivano dall'orto, o le prendeva papà nel negozio di fronte al suo in centro a Treviso, e lo stesso valeva per il pane; le uova invece provenivano dal nostro pollaio.
Ricordo bene "Nano", con il suo grembiule bianco, dietro al bancone dove c'erano formaggi, salumi, la mostarda, ricordo bene anche dove c'erano i detersivi, un posto che mamma mi aveva vietato di esplorare, e pure dov'erano gli spaghetti...Il bancone aveva un posto riservato ai miei cremini...ricordo che per pagare o mi spostavo al lato del bancone, oppure dovevo mettermi in punta di piedi, e quando andavo in bici a volte Nano mi aiutava a mettere la borsa sul cestino...
Per me le schifezze non esistevano: i miei spuntini erano frutta, soprattutto ciliegie/kiwi/fichi/prugne di casa, oppure a scuola mi portavo spesso un paninone con prosciutto (ahimè ero onnivora!!!), o marmellata, e nel pomeriggio la ciambella fatta da mia mamma, cucinata sul gas nelle varianti più disparate...Mokà, Cremor, con uvetta, alle noci, con le mele... però i miei amici alle elementari già si portavano le patatine chips o i cracker o le merendine. Cose assolutamente bandite! Papà era intrasigente in materia! Però non avrei mai fatto cambio...
Si beveva esclusivamente acqua: l'aranciata era consentita solo dai nonni materni, che la tenevano per fare una sorta di spritz mescolandola con il vino.
Per fortuna latte non l'ho mai voluto, e le mie colazioni constatavano di thè e biscotti petit, o fette biscottate con miele fatto da api+papà o marmellata....(quella di fichi ancora mi fa venire l'acquolina in bocca).
Naturalmente quando ci si muoveva in paese la macchina era veramente fuori luogo: bicicletta o perchè no a piedi, anche attraverso campi.
Altra cosa: la tivvù! severamente vietati certe trasmissioni decisamente commerciali che iniziavano ad andare in voga in quegli anni, ciò che era consentito, oltre a qualche cartone animato, erano i film di Walt Disney, Stanlio e Olio, Totò e i Western, (le grandi passioni di papà).
La televisione era di quelle piccoli in bianco e nero, che si accendeva dall'alto con dei pulsanti girevoli...ah che ridere a pensarci! mi vedo sopra la sedia che cerco di armeggiare e cambiare i canali...
Sembra un'antichità, ma sono solo 25 anni fa!
Poi gli anni 90 sono stati quelli del boom economico e in un battibaleno le famiglie si sono ritrovate a combattere contro l'incessante martellamento pubblicitario, le esigenze dei figli hanno iniziato ad essere prioritarie, i centri commerciali hanno iniziato a pullulare e a stregare chi per la prima volta poteva fare tante spese senza dover spostarsi, diventando succubi di quell'ingranaggio che ci ha fatto diventare automi, loro schiavi.
Io dico basta a tutto ciò. Mi sono letteralmente stancata, e preferisco cambiare ottica, adeguarmi alle mie esigenze interiori, e non a quelle consumistiche. Non dico di diventare estremista, ma di voler ponderare le mie scelte, di non adeguarmi, di vedere i reali bisogni che ho e di soddisfare solo quelli. Prendere dal progresso solo quello che veramente aiuta a realizzare me. Si tratta di adeguarsi alla Natura, ove ognuno è parte attiva.
Volgo lo sguardo al mio presente, e lo vivo non in funzione di cosa accadrà, ma del passo che faccio in questo istante. Non voglio nemmeno vivere nel passato, ma mi faccio aiutare dalla storia e "decresco", grande parolone che a me sembra solo il sinonimo di "vivi il meglio per te" per creare a dare un volto migliore alla Natura.
E.

1 commento:

  1. tesoro faccio gli stessi tuoi ragionamenti da un po' di tempo in qua.......e quando sono positivi e naturali si diffondono e contagiano :)))
    un abbraccione ^^
    Bibi

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Vostri e miei Raggi di Sole ^^