venerdì 28 settembre 2012

L'Inglés e il Sole

Non mi faccio mai mancare un libro: in auto, in macchina, in valigia, in ogni stanza di casa. Almeno uno ci deve essere.
E sappevo che stamattina metterci "Per chi suona la campana" di Ernest Hemingway c'aveva il suo perchè. Scegliere tra i libri che sto leggendo quello che più si addiceva a  questa giornata non poteva essere più visionario e lungimirante. Questione di stregoneria. Ovvio.
 
E la mattinata, direi quasi prevedibilmente, s'è girata da "tempo interiore variabile soleggiato", a "tempo interiore burrascoso". E ripeto prevedibilmente, perchè non sono assolutamente fan del meteo, ma mi vien bene pensare, immaginare e zapparmi contro la sorte. Questione di karma.
 
E allora visto che l'incazzatura e la rabbia m'hanno appioppato un colpo duro che ho parato con un'abbuffata di bombolone farcito alla marmellata, me ne vado al mare, porto al mare con me l'Inglés, che Hemingway me l'ha fatto innamorare a prima vista.  mi tolgo questi stivaletti e camminerò, camminerò fino a sfinirmi e svuotarmi da questo senso di costrizione rabbiosa. Questione di sole.
 
E fare attenzione al sole, sempre.
 Perchè nutre, riscalda e colora. 
Stimola, sorride e ascolta.
 C'è sempre, riflette e irragia.
 Porta ottimismo, allegria e fiducia.
 Però brucia.
 
 

giovedì 27 settembre 2012

Radiohead e sensi

Conclusosi il tour dei Radiohead in Italia, si può scrivere di loro.
Li ho visti a Bologna, in una serata estiva di fine settembre, in cui cielo stellato e luna crescente risplendevano belli nel cielo. Come il mio solito, non mi soffermo su quali canzoni, scaletta abbiano fatto: su questo lascio la critica vera a stilare classifiche, dare voti, conteggiare i tempi e confrontare.
A me importa altro.
Intanto lo spettacolo è stato inaspettato, senza troppe illusioni, ipnotico. Complice un palco con dall'effetto psicadelico, con scelte di colori molto affini al mio essere e al mio sentire la musica, in grado di essere coinvolgenti e far trasportare i sensi nella direzione che la musica voleva portarti.
Esplosioni di sole e fuoco, supportate dal giallo e dall'arancio e dal rosso, mare e onde da un blu ritmato, e la natura dai contrastanti verdi. Il fuxia a fare da contorno e contrasto assieme a lilla e a frammenti di luce pura. Un arcobaleno in movimento a ricordarmi il percorso della mia tesi, pensate un po' che accidenti poteva venirmi in mente durante il concerto dei Radiohead!
E occhi: quelli di ogni componente delle band, trasmessi ed evidenti a tutti, volti segnati dalla musica, e questo mi è piaciuto molto. Thom Yorke con i capelli appena un po' lunghi e raccolti, barba incolta e leggermente più in carne rispetto al solito è stato veramente una bella sorpresa. Poi lui, vegano attivista di Greenpeace, a voler difondere la protesta contro lo sfruttamento del Polo Nord, come raccontato pure qui. Quindi affinità al 100% con questi ideali pacifisti e di amore per la natura. Li trovo tutti così, non ci posso far nulla! :)
La  scelta dei brani  non è stata scontata, elettronica e lontana dai primi Radiohead, eseguita divinamente. Voce insidiante da far perdere le connessioni dei sensi. Quel contatto che spesso cerco di spiegarmi nei miei pensieri, sul potere della musica ad aprire i canali delle nostre entità superiori è avvenuto. Complicità dei sensi, della luce, della musica e della voce. Io credo fermamente in queste cose, al potere della musica. Fin dagli albori ha accompagnato riti e momenti d'estasi che venivano ricercati quale esigenza primaria di vita!
 
Voce, ritorno all'origine di ogni essere: il primo vagito è canto alla vita.
Musica: è la ricercatezza di commutare in vibrazioni la natura.
 
Nulla di più elementare e affine a ogni essere, noi musica.

venerdì 21 settembre 2012

Pordenone, Carlotto e le mie cronache da lì

Mi credete se vi dico che in 2 ore ho già avuto tre attacchi di pianto?
Si vivono emozioni, e oggi sono state molte. Mi faccio prendere sì, e vedo che la mia vulnerabilità è sempre più forte a tal punto dal farmi scoppiare a piangere mentre ascoltavo "Thin air" dei Pearl Jam, mentre leggevo  un post in facebook di un amico e mentre ripensavo al mio giro a Pordenonelegge di oggi.
Il mio obbiettivo era Massimo Carlotto, che conosco da poco, e il merito per averne approfondito la lettura è di un amico blogger, l'Alligatore, che di lui parlò qui a maggio. L'occasione era un suo intervento in merito alla rassegna della "Mappa dei sentimenti", in particolare il sentimento assegnato a lui era l'Amicizia.
E' stata un'ora intensamente vissuta, emozioni vere e sentite che non mi sarei mai aspettata di provare a un incontro di questo tipo. Eppure è accaduto. Quest'uomo ne ha dette veramente tante sull'amicizia: aneddoti, ricordi, confidenze del suo vissuto, ma le parole che più mi hanno colpito sono state nella descrizione dell'amicizia quale "scambio, accettazione e alchimie infinite"  e che "nella confidenza c'è la fiducia di parlare di qualsiasi cosa" e "diventa una forma strategica di sopravvivenza". E in conclusione un grande elogio dell'amicizia, che mi ha fatto veramente riflettere: quando un amico ci lascia e intendo dire quando muore, l'amico che rimane perde ogni diritto, "uno pensa ai parenti e mai agli amici". E quant'è vero. Eppure gli amici si scelgono in vita, mica come i parenti che ti capitano per forza! e se li scegli veramente li ami, li stimi e li rispetti a tal punto che il tuo lutto da amico ha un profondo peso.
Eccolo Carlotto, occhi bellissimi sapete???di quelli che vorrei avere davanti, di quelli che scelgo di voler davanti. Eppure era lì e non ho avuto coraggio di avvicinarmi, m'è presa un po' di emozione e forse sarei crollata con un pianto. Veramente.
Massimo Carlotto "Pordenonelegge" ed. 2012

Poi mi sono fiondata a sentire Giorgio Faletti che ad accoglierlo lo aspettava tantissima gente. Un intervento breve sulla "speranza", che non mi ha soddisfatto molto, nonostante l'ilarità e la spensieratezza che mi ha trasmesso. Un po' più di spessore me l'aspettavo, diciamocela!!!

Giorgio Faletti "Pordenonelegge" 2012

Poi, visto che c'ero, mi sono intrufolata a sentire Duccio Demetrio, di cui non ho mai letto nulla. La conferenza aveva un bel titolo, inerente alla sua ultima opera, "Perchè amiamo scrivere. Filosofia e miti di una passione". Mi aspettava un posto in piedi, e invece m'hanno fatto accomodare in una scrivania accanto al palco!
Una lezione è stata. Mi sono letteralmente vista catapultare in una lezione di scrittura, di miti greci e sul significato psicologico che ha la scrittura. Anche in questo caso tanti stimoli che ancora devo elaborare bene. Ma sono certa che ne farò buon uso. "La scrittura fa vibrare la nostra identità e interiorità"  è un "graffio, scolpisce". La scrittura può essere una "cura, ma può rivelarsi un inganno. La migliore terapia è l'amore condiviso". Questi sono spunti che lascio scritti qui...a testimoniare le cose più superficiali che Demetrio ha trattato. Ma è andato veramente a fondo.
Due cose fondamentali mi hanno colpito: quando ricordiamo il momento in cui abbiamo iniziato a scrivere e perchè? (naturalmente se lo facciamo, io credo di farne parte da quando iniziai a scrivere i miei diari, poi non ho mai praticato con costanza, ma so perchè l'ho fatto).
L'altra è legata a uno spunto dato dall'intervistatore Prof. Massimo De Bortoli, riguardo la figura del padre, legata alla scrittura, e la figura della madre, legata alla lettura. E qui la mia riflessione deve maturare, anche se superficialmente sento di dire che pure per me l'inizio e la necessità di scrivere sono legati alla figura di mio papà.
Duccio Demetrio "Pordenonelegge" 2012
 Il rientro è stato un'emozione costante...le lacrime accennate prima, questo tramonto bellissimo, la mezza luna che iniziava a sbucare dal cielo, una poiana che s'è appoggiata a un filo dell'alta tensione...la mia vulnerabilità che fa capolino costantemente...
tramonto a Puja
 
E mi sento piena, ricca e appagata...
un pensiero m'è passato per testa...che nonostante fossi sola, stavo bene con me...come ha detto Faletti "non c'è limite al rispetto di sè stessi..."

mercoledì 19 settembre 2012

ElenaSole quiz!


Stadio Friuli 13 maggio 2012...





Arena di Verona 15 settembre 2012 ...





Cosa mi ha emozionato di più???? ^_^ dai provate a indovinare???

martedì 18 settembre 2012

Piece of my heart




Pezzo cantato col cuore ... con cui Arianna Antinori ha concluso il concerto ieri   nel mio paesello di provincia dove sono nata e cresciuta, Vascon, durante la manifestazione "Co' i piè descalsi".
Clima sereno, rock e blues e soul, amici e e un bicchiere di vino: a volte il segreto è proprio questo, riappropriarsi della leggerezza  e non farsi mille seghe mentali tipiche della nostra società. La musica ha questa capacità di farci allontanare dai pensieri e unirci agli altri. Così è stato negli ultimi quattro giorni, in cui ogni sera non mi sono fatta mancare un concerto, tra cover band di ACDC, Ramones, concerto di Morricone all'Arena, e rockabilly e rock-blues. Stili e generi diversi certo. Versatilità e voglia di scoprire compensano queste diversità.

E poi c'è il pezzo di cuore che oggi ho sfornato! Si tratta di un dolce, poco dolce, desiderato perchè già sento odore di autunno, e m'è venuta voglia di castagne, e la farina di castagne c'era e pure pinoli e uvetta. Tutto il necessario per poter togliermi questa voglia di autunno. E questo dolce è venuto divinamente, impossibile resistergli, è stato un mezzo per poter trasmettere tutta la mia carica entusiastica di felicità che ho oggi.
La ricetta del castagnaccio, come lo faccio io, è la più semplice che ci sia.
Versare 300 gr di farina di castagne, setacciata, in una terrina, e unirci 3 cucchiai di olio d'oliva, una presa di sale e 3 cucchiai di zucchero di canna grezzo mascobado. Molto lentamente unire dell'acqua a temperatura ambiente, e mescolare con una frusta il tutto, fino a creare un composto simile a una pastella. Unire  una manciata di uvetta precedentemente ammollata, e versare il composto in una teglia per dolci, (io lo stampo a forma di cuore di Ikea, in silicone: sfizio che mi sono concessa, e felicissima dell'acquisto, funziona benissimo!) sopra il tutto cospargere con dei pinoli.
Infornare, per circa un'ora, in forno statico a 190 gradi. Appena la superficie inizia a creparsi il castagnaccio è pronto!
Un dolce vegan, privo di crudeltà, e che con la forma di cuore diventa irresistibile. E con l'autunno in arrivo diventa l'anteprima giusta per scaldare e fornire amidi e proteine. Nella semplicità delle cose sta il segreto. I nostri nonni lo sapevano e fortunatamente c'hanno lasciato queste eredità.

Quel pezzo  l'ho addentato io, non ce l'ho fatta a trattenermi e a seguire l'istinto. Buono, veramente delizioso.

Ad ogni pezzo di cuore affidiamo una parte dei nostri sentimenti. eppure è un tutt'uno. Ricordiamolo per amare ed abbracciare indistintamente tutta l'umanità. Riuscire a sentire questo, percepirlo, è uno dei miei sogni che si sta realizzando.
E non mi fermo. 

venerdì 14 settembre 2012

Trieste: rimane traccia indelebile

Trieste 22 luglio dello scorso anno, non dimenticherò mai, scattai questa foto mentre aspettavo Claudio, l'ultima volta che lo vidi.



Mi sono imbattuta in queste parole di Paulo Coelho, di cui non ho mai letto nulla, ma spesso ho incrociato nella mia vita persone che abbiano tratto molto dai suoi scritti. (curiosa che sono mi andrò a leggere il libro da cui traggo queste parole, è dovuto -.- ). Da "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduto e ho pianto":

"Non possiamo mai giudicare le vite degli altri, perché ogni persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce. Una cosa è sentire di essere sul giusto cammino, ma un'altra è pensare che il tuo sia l'unico cammino."

giovedì 13 settembre 2012

Strano !???!

Oggi ci vedo veramente poco. L'occhio sinistro s'è assopito. E ci credo: c'ho una rabbia addosso rasente la violenza.
Nulla traspare però. Mi si verrebbe da dire che sono disumana forse? Eppure non mi sembra la definizione corretta (recentemente usata per descrivermi!o giudicarmi???).  Diciamo che spesso l'uso delle parole è talmente poco considerato, che non ci facciamo proprio caso se si sbaglia a dire qualcosa, se volevamo far intendere altro o proprio quello era l'intento: colpire!
Perché le parole hanno un peso. E non si possono dire a caso, diventano l'arma molto più spesso di quanto si possa immaginare. Quell'arma che si insinua tra i proprio pensieri e viene a solleticare quando proprio non ne vuoi sapere e tarla ogni tuo attimo.
E accanto alle parole pesanti, usate senza contesto a volte, ma che spesso vengono fuori appositamente per raggiungere uno scopo, tra cui quello  anche di ferire, ci sono quelle  a cui non si riesce a dare un significato preciso.
Una di queste, per me, è "strano".
Strano... ma cosa strano??? stravagante, diverso, insolito, anormale, singolare. Etimologicamente abbinata a straniero, e quindi a definire ogni appellativo che veniva dato al barbaro, ovvero il forestiero per antonomasia scortese e burbero quindi "strano" rispetto agli altri. Ma anche vicina ad "e-straneo"... e quindi un connotato di distacco nella diversità? direi anche strano a quella cosa che non si conosce. Non si vuole conoscere ed ammettere che esiste, è, e c'è. Tutto qui!!! ???

Beh, vorrei capire chi s'è inventato questa parola, che sostanzialmente non dice assolutamente nulla, giudica a priori, ma giudica ciò che non conosce, perchè se è una cosa risulta strana, mica la sai/riesci a spiegare, quindi non la puoi assolutamente aver compresa...

Al bando l'uso della parola STRANO!


mercoledì 12 settembre 2012

Primo giorno di scuola

Settembre 1984, due trecce grosse e nere, una frangetta spiritosa, una grande cartella rettangolare fuxia con le stelline e un grembiule azzurro: ero io il primo giorno di scuola elementare. Indimenticabile.
Lo ricorda vivamente pure il mio maestro, Mario, che si è rifugiato nell'agordino dopo aver concluso il ciclo di scuola con noi ed essere andato in pensione. Lì lui è il "maestro di Treviso", grande conoscitore della montagna e fondatore della bibblioteca del comune di Taibon agordino.

Quel giorno ce lo ricordiamo bene perchè ci presentò la sua "zia strega". Tutti attorno a lui, che accompagnato dalla sua chitarra, ci introduceva a questa figura misteriosa che per 5 anni ci è stata vicina nelle nostre passeggiate e storie fantastiche. Piccolina che ero, mi ero seduta sopra un banco, il maestro seduto accanto a me...la sua storia cantata si concluse con un "ocio che arriva a sia strega!!!!", presi uno spavento tale da farmi saltare, urlare e strabuzzare gli occhi!!!

Da quel giorno divenni "el granel de pevarè" (granello di pepè), sia per la mia vivacità che per la reattività con cui prendo le cose. Ed è una caratteristica che ancora mi accompagna.

Ripensando a quei momenti ci si accorge che certe cose, seppure si desideri cambiarle, rimangono insite in noi: vivacità ed esuberanza, sedersi sopra tavole/banchi (direi tutto tranne sedie) e l'abbracciare e toccare chi entra in sintonia con me non credo potranno mai abbandonare il mio essere.  Un marchio indelebile di quand'ero bambina, il simbolo di quella piccola me.

E voi cosa ricordate di quei momenti da scolari il primo giorno di scuola???

martedì 11 settembre 2012

Fate fluire la musica: firmate!!!

Vi prego fate qualcosa pure voi!!! fidatevi di me e leggete qui: fatevi un'idea di quale evento sia stato l'Home Festival a Treviso, svoltosi lo scorso weekend in zona dogana e di cosa possiamo fare con una petizione virtuale, per portare il nostro sostegno a questi ragazzi che c'hanno messo tutti sè stessi per la realizzazione di questo grande evento!!! Artisti di grande calibro, ingresso gratuito, altissima affluenza di gente, tantissimi servizi, divertimenti adatti ad ogni età. Treviso ha la capacità e le potenzialità per andare avanti con questo progetto, dobbiamo sostenerlo!!!

Credo sia ora di smetterla di spiattellare sempre delle critiche a quelle cose che vanno grandiosamente: la musica messa alla portata di tutti deve essere sostenuta, con la presenza, il sostegno e il grazie che va rivolto agli organizzatori, a tutti i volontari, alle associazioni che hanno permesso la riuscita di un evento spettacolare.

Facciamo qualcosa per la musica ogni tanto, al bando le critiche e le invidie!!! facciamo fluire le vibrazioni dentro di noi: fluidità, fluidità, fluidità!!! Go Home!!!


sabato 1 settembre 2012

Le previsioni del tempo

Sapete una cosa che detesto?
Le previsioni del tempo e tutto quello che ci sta attorno a questa ben studiata divulgazione di notizie fatte per:
- spaventare;
- limitare le scelte;
- obbligare a frequentare centri commerciali e posti chiusi dove fa fresco ( o caldo) e non piove;
- a predisporre la gente a essere di quell'umore perchè il tempo sarà così;
- a creare inutili aspettative;
- a programmare l'improgrammabile.

Soprattutto limitanti sotto ogni aspetto della vita corrente, fanno in modo anche di farti decidere cosa mettere senza pensare che l'atto di indossare deve essere fatto in base alle esigenze e alle necessità, non a quello che viene previsto dal meteo.
Così oggi, tra un acquazzone e l'altro, senza pormi tanti limiti, me ne sono stata i jeans e canotta, sono riuscita a farmi un giro in bicicletta e pure quattro risate a vedere una serie di persone insciarpate!!! (lo sapete che odio gli uomini con il foulard: beh, oggi ben tre!!! indecente e troppo ridere!!!)

Lasciamoci trasportare  dai nostri istinti, e non da quello che ci viene propinato! Il meteo lasciamolo agli agricoltori, ma il resto delle persone viva tranquillamente la propria vita, ma che la viva veramente!!! Sentirsi sciolti, liberare le proprie emozioni, tramutarle in gioia e sorrisi! e contagioso, vedrete!!!

E dopo  questo: buona domenica. Purtroppo non potrò esserci al raduno del blogger, troppo difficile raggiungere da sola il posto, e farmi ore 6 ore tra treno e bus...peccato, aspetto tutti i vostri post con dettagli di foto, emozioni e cronaca!!!
così l'opzione sarà una capatina alla mostra del cinema al Lido, biglietti già presi per To the wonder di Malick! e chissenefrega se tempesterà, tirerà vento e mi si scompiglieranno i capelli! Chissenefrega!!!! ridiamoci su!!!!

Vi ho contagiato????