venerdì 29 aprile 2011

Scoprire il mese di aprile

La quinta volta questo mese che mi accingo a preparare la valigia ... quinta volta che lascio casetta mia per mete felici fuori dal mio spazio quotidiano. E un po' ne ho bisogno...e un po' sono stanca però!
Staccare aiuta, vedi gente nuova, (anzi vedo gente: ultimamente mi sento un'eremita in patria, ci mancava la mia ultima iniziativa di disintossicazione da telefonino ^__^  che a quanto pare nessuno se n'è accorto...nessuno sente la mia mancanza, tranne S. che preoccupata mi ha cercato a lavoro^_^ l'adoro), quando sono a scuola poi torno a casa così carica che potrei iluminare un palazzo! Viaggiare, uscire dai propri schemi aiuta tantissimo.
Facciamo un po' i conti di quante belle cose son riuscita a fare in questo primo mese di part-time
...sostenuto due esami, grande soddisfazione e due pesi di meno...
... l'autoproduzione è decisamente iniziata...
- le mie piante aromatiche crescono!!! melissa, finochietto selvatico, menta, salvia, rosmarino, prezzemolo, basilico, timo, maggiorana, origano!!!

- seitan, già documentato qui, mi ha così esaltato che ho sparso la voce ovunque e a chiunque! Con 3 euro - 2,58 di farina bio manitoba, e il resto tra acqua e le spezie/verdure del brodo - son riuscita a produrre mezzo chilo di seitan che ai negozi biologici si trova a tra gli 8 e 10 euro(pari peso): oltre alla genuinicità del mio prodotto ci stà  anche un risparmio a livello economico;
- riutilizzo dell'amido scartato dalla lavatura del seitan: qui grande delusione. L'ho recuperato in bacinelle, lasciato sedimentare e poi tolto l'acqua limpida rimasta in superficie, l'ho versato in una teglia unta, e messo in forno a rapprendersi. L'idea, tratta da esperienze di altri blogger, soprattutto in VeganBlog, era di riutilizzarlo come pasta, tagliandolo a pezzettini... beh, a me non è piaciuto...sapeva dall'odore di quella famosa marca di pasta  che non riesco più a mangiare da anni, nemmeno la mia  D1/2 non li ha voluti assaggiare... non volendo buttare il oho provato a lessarli per il nostro Pepe, un piccolo meticcio cavalcante dal temperamento peperino e curioso, e pure lui non ne ha voluto sapere... beh, ho dovuto a malincuore gettare tutto nel secchio dell'umido che poi va a finire svuotato nella concimaia...beh, temo che i gatti dei vicini, nostri assidui ospiti di cena di scarti (secondo me sono vegetariani...) si siano mangiati tutto, buon per loro e meno sensi di colpa per me. Ora ho idea di essicare l'amido e utilizzarlo come addensante per salsine, budini, creme...oppure vedere se funziona come colla...e magari inventarmi qualche hobby per l'inverno che me la faccia usare! sì sì sì!!! spero di riuscirci!
- sciroppo di fiori di tarassaco! ebbene sì, l'ho fatto ed è naturalmente buonissimo! raccolti 400 fiori, (beh, ammetto che erano un po di più ^__^, tendo ad abbondare di solito), lavati, tolto il cappello che tende a cedere l'amaro, e messi a bollire in due litri d'acqua per 45 minuti. Dopodichè ho spento e lasciato in decozione per più di un'ora. Trascorso il tempo, ho scolato il tutto, utilizzando una garza per fasciature a maglie strettissime, e al liquido filtrato ho aggiunto 800 grammi di zucchero di canna grezzo. Ho messo il tutto su fuoco e trascorso un'ora ho spento. Avrei preferito ne uscisse uno sciroppo un po' più denso, ma temevo si solidificasse troppo così lo tenuto molto liquido. Così bollente l'ho scaraffato in vasetti puliti e caldi, che appena chiusi ho messo a sterilizzare coperti d'acqua bollente per 15 minui. Questo sciroppo lo prendo prima di tutti i pasti, aiuta la mia cistifellea a strizzare un po' più di bile e a farmi digerire meglio, non dà stimoli eccessivi come potrebbe dare il tarassaco completo, un effetto molto blando, ma che ritengo sufficiente. Il tarassaco è fantastico, purtroppo però è irruento, un suo estratto, per chi soffre di stasi epatica, lo si sente subito, dando a volte anche effetti troppo spavaldi. Io preferisco i metodi più leggeri...soprattutto per chi come me è mooolto sensibile;
- ammorbidente fai da me. Ho preso spunto dal sito de La Regina del Sapone, per profumare l'aceto con i fiori d'acacia. Ne sono andata a recuperare attorno ai 200 grammi, li ho staccati dal loro stelo, messi in un vasotto e ricoperti da un litro e mezzo circa di aceto. Due tre volte al giorno lo sbatto e lo rigiro, e lo tengo in una posizione lucente.Quando sarà pronto, ci vogliono 15 giorni, lo utilizzerò come ammorbidente in lavatrice! Sto attendendo che la lavanda fiorisca  così da poter macerare anche i suoi fiori nell'aceto!
- yoghurt. Senza yogurtiera! Una bontà!!! a questo riserverò un post tutto suo!! ormai sono 4 settimane che me lo preparo. Non potrei farne a meno: è buono, non è acido e fa risparmiare. Unica nota dolente: questo è uno dei pochi alimento non-vegan che ancora non riesco a privarmi...quello di soia sarà un altro dei miei buoni propositi per il futuro ^__^ con mia somma soddisfazione lo mangia pure la mia D1/2 reticente allo yogurt bianco... questo lo ritiene buonissimo!!! e se lo dice lui, io mi fidoooooo
- digiuno dal telefono!!! in fase di sperimentazione e annotazione...

 Un mese più che soddisfacente! che mi lascia molto nel cuore, soprattutto i giorni trascorsi a Lucca e dintorni, gli amici blogger conosciuti al VeganCamp e i progetti comuni per il futuro, le soddisfazioni di questa mia vita che si sta alleggerendo da tante inutilità e arricchendo di sostanza.

Sono in una fase di vita in cui riesco a cogliere i miei cambiamenti, riesco a sentire la mia anima, bello no???

mercoledì 27 aprile 2011

Depurazione tecnologica? eccomi!

Nel percorrere la strada verso uno stile di vita il più possibile ecologico e sostenibile, ho deciso di fare digiuno.
Ma non quello alimentare, bensì tecnologico.
Lo spunto l'ho avuto domenica al VeganFest: tra i vari espositori, quelli che m'hanno  colpito maggiormente sono stati una coppia di coniugi, quelli di Troglodita Tribe che si autoproducono libri, anzi libelli!, utilizzando scarti di cartoncini, carte da parati, cartoline, cartelline, biglietti del tram,etc... per poi creare dei libri unici, in cui raccolgono i loro testi, e creano dei volumi interessantissimi e unici.
Devo dire che sia D1/2 che io siamo stati colpiti da "Assaggi di Saggi", e "Digiuno Tecnologico" e in un momento di relax, tra i raggi di sole di un pomeriggio di Pasqua mentre aspettavo di andare al VeganCamp, ci siamo immersi nella loro lettura. Ed è stato amore a prima vista, folgorazione istantanea per Digiuno Tecnologico,tanto da metterci subito in sfida.
Così abbiamo deciso che da ieri, per due settimane ciascuno, digiuneremo dal nostro cellulare.
Non sono contro la tecnologia, ma ammetto che c'è troppa dipendenza da questi strumenti, e una pulizia ogni tanto non può farmi che bene. Il computer è lo strumento del mio lavoro, haimè non potrei liberarmene, così pure da mail e blog, che ritengo utili mezzi per difondere pensieri positivi, etici, curiosità e pare strano, ma servono a costruire.
Tornando al digiuno dal cell, devo dire che il primo giorno è stato quello più difficile, ho dovuto analizzare come sfruttavo il suo utilizzo (premesso che ho un semplicissimo tel, non Smart o similare), ed ecco una lista di ciò a cui dovrò fare a meno:
- la sveglia? ora deve metterla D1/2,
- promemoria? post-it e memoria e agenda!,
- date e compleanni? usare l'agendina delle ricorrenze che è sempre con me e che compilo dal 1999,
- sms? si può far a meno per un po', magari qualche ramo secco si spezza dall'abitudine, o ci si cerca seguendo altri mezzi. La mia più cara amica mi ha inviato una mail dicendomi che cercherà di adattarsi...ah ah...che ridere m'ha fatto! ma lei iper-tecnologica e donna in carriera la giustifico a mille per tutto il bene che le voglio!!!
- le telefonate? un po' di silenzio non fa male, esistono le mail, o il bussare alla porta di qualcuno per scambiare due parole!
- le emergenze? ci si arrangia...come 12 anni fa d'altronde quando del telefonino non sapevo nemmeno cosa fosse la SIM... e poi, mica devo aver bisogno del tel in queste due settimane, no ???

Così dopo il digiuno ad oltranza da Facebook, come già accennato a gennaio, ora tocca una depurazione dal cellulare. Chissà, forse il suo re-integro sarà più coscienzoso e obbediente ai miei ritmi.
Chissà vedremo... mi piacciono le sfide!!!!

lunedì 25 aprile 2011

Voci dal VeganCamp

Domenica 24 aprile.VeganFest e VeganCamp.
Ero molto emozionata all'idea che avrei conosciuto tante persone che seguo ogni giorno via web, amici con cui la condivisione è diventata una vera realtà, una mission che ci accomuna, che bello, che carica!!!
Sono uscita dall'incontro, con un'entusiasmo altissimo, ho trascorso tutta la sera a parlare di tutti noi alla mia D1/2 !!! Non riuscivo a fermarvi, in macchina, in B&B, a cena...
Quante cose...quante emozioni...ma seguirà un altro post, in cui con mente un po' più lucida parlerò di quanto trattato al VeganCamp...
... ma una cosa vorrei condividere subito....LE VOCI.
Mi sono rimaste le  nostre VOCI che si sono tatuate dentro di me: Voci squillanti e sonanti ma anche silenziose, ricche di ottimismo e gioise, aperte  e qualcuna con un'intima timidezza che è tutta d'abbracciare, femminili e maschili, attive ma anche serie, aperte a libro aperto ma anche ironiche e auto-ironiche, tutte calde e personali,ridenti e serie, animate e riservate,....voci e voci, che ancora sento...
E ora quando vi leggerò, cari amici blogger, associerò le vostre voci alle vostre parole, e sarà come sentirvi accanto a me, la mia voce interiore con la vostra...

...accuire i sensi, ricordarsi di quanta natura siamo, e portarsi con se un pezzo di ciò che è rimasto del nostro passaggio...

martedì 19 aprile 2011

Autoproduzione di seitan: si può!!!

e' con enorme piacere che vi presento la mia nuova conquista nell'autoproduzione domestica, non potete immaginare quanto sia contenta: il seitan!!!
Grazie a Chicca, mi sono convinta che con il suo aiuto ce l'avrei fatta, e così è stato!!! ho seguito pari pari le sue istruzioni, ed è andata benissimo...certo, devo ancora prendere la giusta manualità, però sono veramente felice del mio secondo tentativo (il primo fu disastroso)...
Ecco qui un ripasso delle istruzioni di Chicca e qualche personalizzazione in merito al brodo di cottura:

Ingredienti  per la produzione di 500 gr circa di seitanmi sono attenuta a questo quantitativo per poi poter congelare ciò che è avanzato - :
1 kg di farina manitoba bio
600 ml circa di acqua
Ingredienti per il brodo di cottura:
1 carota
1 gambo di sedano
2 cm di zenzero fresco
5 cm di alga kombu
1 porro
5 chiodi di garofano
1 manciata di origano
100 ml circa di salsa di soia o tamari
1,5 l circa di acqua

Con il robot da cucina mi sono aiutata a creare una palla di pasta, unendo alla farina pian piano i 600 ml di acqua. Quando la palla si è formata, ho provveduto a riporla in una ciotola per poi coprirla con dell'acqua fredda. Deve riposare per almeno 3 ore, per un massimo di 6.
Nel frattempo ho stirato un po' panni, preparato dei biscotti e la cena, chiaccherato con la mia D1/2, e trascorse 3 ore e mezza ho iniziato a preparare il brodo con tutti gli ingredienti che v'ho scritto sopra, e iniziato la fase più difficile: la divisione dell'amido dal glutine.

Molliccio durante il lavaggio!
sembra la fine, ma non scoraggiatevi!

Nelle vasche del lavello della cucina, ho riposto una terrina a sinistra per l'acqua fredda e una a destra per l'acqua calda. Ho messo la palla di farina in quella predisposta all'acqua fredda, coperto d'acqua e iniziato a schiacciarla con i pugni, come se stessi lavando i panni a mano. Ne esce un'acqua intrisa di amido, tutta bianca. Ho alternato per 5  volte acqua fredda, e acqua calda; ogni volta ho messo acqua pulita, e quella sporca d'amido l'ho recuperata in due recipienti che mi ero precedentemente preparata. L'ultimo passaggio l'ho fatto sotto l'acqua fredda, oramai era semitrasparente, il glutine era una palla gelatinosa, simile a una grande mozzarella.
Ho preso una retina per fasciature, c'ho infilato il seitan crudo, e l'ho messo a bollire dentro la pentola del brodo per 50 minuti, poi spento  e lasciato raffreddare li dentro.

Eccolo nel suo splendore!!!





Oggi l'ho scolato, e me lo sono gustata per pranzo, liscio appena scottato con un filo l'olio e della salsa di soia. Molto buono...
Il resto l'ho congelato: nei prossimi giorni mi spostero in quel di Lucca per qualche giorno di relax e per andare al Veganfest, così  sarà pronto al mio rientro.
E l'amido??? beh, l'ho riutilizzato...ma questo fa parte di un'altra puntata!!!
 


giovedì 14 aprile 2011

La Biologia delle Credenze

Finalmente ce l'ho fatta. Pochi giorni fa ho finito di lettere "La Biologia della Credenze" di Bruce H. Lipton.
A dire il vero non vedevo l'ora di finirlo, è un libro avvincente e illuminante sotto molti punti di vista, molto innovativo che tratta di un argomento molto delicato soprattutto per chi non è abituato a vedere la vita anche come entità di "energie sottili".
Lipton espone in maniera molto chiara il suo pensiero, dimostrando che quello che in effetti noi siamo, è frutto di ciò in cui crediamo, di ciò che ci viene detto, di come lo percepiamo e di come lo rendiamo nostro. Non è la genetica che determinata salute e vita, bensì l'ambiente che ci circonda, i nostri pensieri, esperienze, motivazioni, volontà, delusioni. La cosa che mi è piaciuta di più nella trattazione di questo argomento, oltre alla fluidità e un tono confidenziale usato nel testo, è stata la scientificità con cui l'argomento è stato trattato abbinata ad aneddoti ed esperienze di vita che hanno reso la lettura veramente piacevole.
In sintesibignami le cose che mi hanno colpito maggiormente sono queste:
- sono le cariche elettromagnetiche delle proteine che fanno sì che le proteine cambino movimento influenzando così metabolismo, comportamenti e vita, e non il DNA;
- l'epigenetica. La scienza che studia come ambiente (comprende anche l'alimentazione), stress ed emozioni, influiscano i geni;
- la membrana cellulare è ciò che attira o respinge le influenze ambientali, ecco l'importanza di curare la nostra membrana cellulare!
- l'affascinante energia che ognuno di noi emana! scoperta dai fisici quantistici (ma vedi te se una cosa così banale aveva proprio bisogno dell'avvallo scentifico...io sento il turbinio delle mie energie! e pure quello degli altri!);
- i farmaci infuenzano altamente le proteine; quest'ultime essendo concatenate e influenzando altre proteine, qualora prese d'assalto da un farmaco influenzano direttamente altre proteine, che a loro volta ne influenzano altre, che a loro volta... ecc ecc.... e poi il farmaco potendo girare liberamente nell'organismo, può direttamente andare ad agire in molecole con cui non c'azzecca nulla...e pure qui iniziano i guai....
- mi è piaciuto il capitolo in cui riporta la citazione di Ippocrate: "prima cosa non nuocere", il titolo del passo è "medici: i capri espiatori dell'industria farmaceutica", nulla di più vero e concreto; ancora mi sbalordisco di fronte a chi si rivolge al medico e viene innondato da medicinali che annullano sintomi e ne creano altri che poi devono essere placati da altri farmaci, e  si crea questa sorta di CatenadiSantantonioPluriEconomicaALoroFavore;
- la mente è energia, il suo frutto sono i pensieri e le credenze che  influenzano il corpo. Ecco che di fronte a questo, il miglior atteggiamento è l'ottimismo, un pensiero positivo conscio e inconscio. Immergersi in è emozioni ++ sia a livello conscio che inconscio. E' quest'ultimo dà i maggiori problemi perchè è quello radicato nelle abitudini e in quanto ci è stato insegnato dai nostir genitori (e anche qui dico: già si sapeva che non è il DNA a formarci, no???);
- Lipton chiude con dei capitoli dedicati a come affrontare nel miglior modo la vita. Ottimismo, attornarsi di gioia, e godere di quello che la gioia dà. Beh diciamo che in quest'ultimi capitoli, poco scientifici e molto zen, un po' si ripete, un po' mi fa sorridere lo scienziato spirituale, ma credo sia l'American Society che gli richiede questo...(beh sono stata poco pungente, ma avete capito cosa intendevo...no???)

Chiudo riportando un pensiero di Gandhi, che pure Lipton riporta nel suo libro:
Le tue convinzioni diventano i tuoi pensier.
I tuoi pensieri diventano le tue parole.
Le tue parole diventano le tue azioni.
Le tue azioni diventano le tue abitudini.
Le tue abitudini diventano i tuoi valori.
I tuoi valori diventano il tuo destino.

Buona lettura...E.

mercoledì 13 aprile 2011

Asparagi vi adoro!

In preda ad arrabbiatura. Grande e grandiosa.
Fuori il tempo è pazzerello, giornata tipica di primavera, nuvole si alternano a raggi di sole caldi, il vento spazza tutto ciò che è superfluo, e ci si mette pure che mi tocca starmene qui lchiuso a darci dentro con il prossimo esame da preparare, psicosomatica. Ed è proprio con questa materia che mi arrabbio, perchè non è possibile che in tutte le definizioni in cui mi imbatto, debba trovarmi ad affrontare la "terapia consigliata" con uso esclusivo di farmaci, ipnosi e training autogeno. Sono cose che non mi calzano, per nulla. Il mio approccio alla psicosomatica vuole essere capire l'interazione tra soma e corpo, come queste due entità si spalleggiano, l'uomo visto a 360 gradi! e proprio non me ne frega nulla di tecniche, (che poi possono essere attuate solo da psicologi e medici!cosa servono a me!!!), io voglio capire la persona, avere un aiuto per comprendere ed affinare la mia sensibilità. Uno sfogo, sì certo, e anche piuttosto leggero rispetto a quello che veramente sento dentro.

Detto ciò la  psicomaneistericanevrotica che è in me passoa alla cosa più gioiosa della giornata: gli asparagi!
Ebbene sì, come ogni anno quando aprile bussa anche loro si fanno sentire, e nel mio territorio pullulano! sono gli asparagi, che dalle mie parti hanno anche il marchio IGP, ma nonostante questa garanzia di territorialità, esistono anche nei comuni non rientranti nel territorio protetto dal consorzio, e capita spesso che molti contadini abbiamo un pezzo d'orto dedicato agli asparagi, con fondo di terra sabbioso, esclusivamente per loro.
Presi 2 kg da una famiglia che li coltiva poco distante da casa nostra, già ne ho messi metà in pentola. Tagliato la parte bassa di un cm, li ho raschiati con un pelapatate per eliminare l'involucro esterno che risulta essere SpagosoLegnoso in bocca. Dopodichè, risciaquati, e tagliato nuovamente la parte bassa. Questa parte, che necessita di più cottura perchè più dura, l'ho tagliata a rondelle, rondelle che dopo aver lessato a vapore, utilizzerò per un risotto. Ho preso la vaporiera, riempita d'acqua, e nel cestello inferiore ho messo a lessare i tocchetti, in quello superiore le cime lunghe e intere degli asparagi. 30 minuti e si sono cotti.
Lasciarli raffreddare prima di mangiarli (da caldi non rilasciano tutto il loro sapore, a me non dicono nulla): riporli in un piatto di portata, un pizzico di sale, meglio se integrale, e se aromatizzato ancora meglio, e a seconda dei gusti una macinata di pepe nero, un filo di olio extravergine d'oliva e sono pronti per essere portati in tavola. L'abbinamento è essenzialmente vegetariano: abbinati a uova sode sono veramente gustosi, ma io non li disdegno nemmeno in versione vegana abbinandogli del tofu strapazzato come già descritto qui.
Le rondelle sono invece pronte per il fondo del risotto con aglio e olio d'oliva: molto semplice, ma di grande impatto al palato.
La casa è immersa dal loro odore di cottura, molto caratteristico che mi ricorda che quand'ero piccola non lo sopportavo...per fortuna si cresce, e per fortuna che li ho scoperti...e per fortuna che me li mangio, e non ne farei più a meno, nella mia top-ten del gusto...
Due informazioni nutrizionali: sono dei rizomi della famiglia delle Liliacee (la stessa di cipolle e aglio),ricchi di potassio, poco calorici, molte proteine, hanno un effetto lassante, depurativo, rimineralizzante, consigliati nei casi di astenia e anemia, dermatosi, litiasi, insufficienze epatiche renali; attenzione nei casi di lesioni alle vie urinarie soprattutto se vengono cotti. Il loro miglior effetto lo danno da crudi, da cotti è preferibile farlo lessandoli, se cotti in acqua invece bere l'acqua di decozione e se proprio non va giù utilizzarla per le nostre piante!

Ritorno alla psicosomatica??? no, no... no, no, no... !!!!

sabato 9 aprile 2011

Tofu giallo e prospettiva antilagna

melo selvatico di casa mia, in fiore
Questa estate in anticipo a me non dà noia. Stanchezza, caldo e fastidi si possono pure placare, cosa serve a lamentarsi? e soprattutto cosa serve lamentarsi delle cose belle? A me non piace questo modo di vedere le cose, comune a molte persone. Sembra quasi che per poter vivere si debba per forza trovar da dire! eh no!!! se ti viene, zitto!!! pensa e rifletti a quello che stai dicendo...
Ci sono cose belle, improvvise nella vita, che vale la pena prima di tutto vivere!
Ecco che togliersi questa mascherina da lamentone porta a vedere le cose con un'ottica diversa, tipo stupirsi della Natura, meravigliarsi di fronte al melo selvatico in fiore in giardino, congratularsi con sè stessi se ci riesce qualcosa di buono (anche se è costato fatica).
Ieri sono rientrata dopo 2 giorni di lavoro al Vinitaly...rientrata in treno, e subito diretta al compleanno della mia amica del cuore. Era quello che sentivo di voler fare, e la stanchezza magicamente è sparita! Fossi stata la Elena di un po' di tempo fa, sarei stata pronta a lamentarmi e farmi commiserare, invece mi sono ritrovata lì ad assaporare bei momenti, e con questo stato d'animo li ho goduti ancora meeglio!
L'applicazione del "metodo antilagna" ricopre tutti i settori della vita, anche negli eventi più frivoli e mondani, anche quando ci si ritrova con il nostro peggior "nemico", noi stessi...
Oggi in preda al voler fare poco, e tanta voglia di tofu, mi sono fatta ispirare da questa ricetta di Chicca, la pasta al tofu. La pasta non l'ho fatta, e ho utilizzato il condimento (il tofu) come piatto unico. Veloce da fare, gustosa, e ottimo abbinamento con gli asparagi! Gli ingredienti sono molto semplici: un panetto di tofu, 2 foglie di salvia e una di alloro, un pizzico di peperoncino, curcuma, cipolla, olio d'oliva e un pizzico di sale.
Semplicemente si taglia la cipolla, e si mette in una padella ad appassire con un po' olio, la salvia, il peperoncino e l'alloro. Si unisce il tofu sbriciolato(effetto strapazzato), un cucchiaino di curcuma, e si aggiunge dell'acqua, mescolando ogni tanto fino a che si asciuga. A fine cottura un pizzico di sale integrale (io ne sto usando uno molto buono aromatizzato con origano, monarda e maggiorana di Monica), e impiattare!
A me è piaciuto molto, e sicuramente rientrerà tra i miei piatti veloci e d'effetto! Grazie ancora Chicca...
Beh, ora vado a farmi un altro pisolino stesa sul prato di casa mia, puro contatto con  Terra Madre, ricarica per i reni e ottimo anti-stress!

martedì 5 aprile 2011

Tofu alle noci

Poche settimane fa mi sono coccolata la mia amica del cuore, offrendole una cenetta preparata da me in stile giappo-vegano, - ne avevo già parlato!- e il piatto forte della serata è stato il tofu alle noci. Diverse volte mi aveva detto che lo aveva provato, e che non le piaceva, ma come ben si sa, il tofu deve essere contornato per bene da altri sapori per poter essere mangiato con gusto, soprattutto dai neofiti in materia.
Gli ingredienti per un piatto unico di 2 persone sono:
- un panetto di tofu
- 10 noci
- un pugno di uvetta sultanina
- salsa di soia
- evo
- acqua calda
La prima cosa da fare, una decina di ore prima, è di rompere le noci e metterle a "marinare" con 3 cucchiai di evo e mettere a bagno in acqua anche l'uvetta. Le noci assorbiranno gran parte dell'olio, e risulteranno anche più morbide dopo la cottura.
Trascorso il tempo, versare in una padella le noci con quello che è rimasto dell'olio d'oliva, (il resto è stato assorbito dalle noci), l'uvette strizzata e il tofu precedentemente tagliato a cubetti.
Far cuocere il tutto per almeno 15 minuti, aggiungendo a seconda della necessità dell'acqua calda. Farla evaporare e pochi minuti prima di servire unire la salsa di soia e lasciar rosolare il tutto facendo in modo che il tofu diventi un po' croccante.
Io l'ho servito con delle verdure saltate in padella con un filo d'olio, (carote, porro e piselli).
Il tofu non è il mio forte, preferisco utilizzare proteine più a km zero, e proteine più vicine ai nostri palati occidentali...però ogni tanto sperimento, e i risultati non sembrano male!

lunedì 4 aprile 2011

Chapati

Versatili, veloci e genuini. Ecco perchè adoro i chapati, il "pane-cucchiaio" indiano, detto così proprio perchè in India viene usato a mo' di cucchiaio per mangiare.
Velocissimi da preparare, secondo me spaventano solo per il nome esotico, ma nulla di più semplice. Gli ingredienti sono 2: farina integrale, io ho usato quella di farro, e acqua q.b.
Per 5 chapati, dalla dimensione un  po' più grande di una galletta di riso, si utilizzano 150 gr di farina integrale, si versa in una terrina, e si inizia ad impastare con l'acqua a temperatura ambiente, aggiungendone poca per volta, a seconda che la farina richieda più o meno  umidità. Si forma un panetto, che andremo a mettere a riposo per una mezz'oretta.
Nel frattempo che fare? beh, qualcosina da abbinare ai chapati...e qui la fantasia vola!!! abbiamo dei ceci e non li sappiamo come utilizzare? beh, ottimo: prepariamo l'hummus...oppure una salsina con i pomodori secchi, o un patè di olive nere...o la mia salsina di avocado, oppure optare per del tahin - ancora non me lo sono autoprodotto, altro punto da aggiungere al mio elenco - con dei carciofini.


Trascorso il tempo di riposo, dividere la pasta in 5 palline, e tirarle con il matterello fino a formare dei cerchi, che uno alla volta andremo a cucinare in una padella antiaderente in ambo i lati. Quando inizierà a gonfiarsi il chapati significa che è quasi pronto: lo togliamo dalla pentona aiutandoci con una pinza da cucina, accendiamo un altro fornello, e lo adagiamo sulla fiamma, 5 secondi da un lato, e 5 dall'altro, per 2 volte. Si noterà che verrà leggermente brucciacchiato in superficie (nelle bolle), e uscirà del vapore dalla bolla che si è creata nella cottura in padella. Quando non esce più nulla, e sempre stando attenti di non farli prendere fuoco, sono pronti per essere mangiati!

venerdì 1 aprile 2011

Alimentazione consapevole: primo passo

Sono giorni decisamente intensi, in cui MoltoTutto è incentrato sullo studio. Mi sto completamente dedicando a prepararmi all'ennesima fatica scolastica, l'esame di dietetica.
Tutto sembra ovvio, quello che leggo, rileggo e ripasso, sembra una via facile. Ma così non è.
Ho realizzato, osservando il mio rapporto con il cibo, che gli scogli più duri per riuscire ad avere una maggiore consapevolezza nell'alimentazione, sono sconfiggere le abitudini, e provareprovareprovare con le proprie mani, bocca, stomaco, intestino, corpo cosa significa mangiare e nutrirsi meglio, e poi, senza togliere nulla al cibo, non sottovalutare la propria salute psichica.
Prima di tutto, dietetica: che vuol dire? si tratta della scienza che si occupa di alimentazione e nutrizione, dell'impatto che l'alimento ha nel nostro corpo partendo dalla scelta degli alimenti, da come li ingeriamo e mastichiamo in bocca, fino ad arrivare giù nello stomaco, per poi passare all'ileo, dove vengono rimestati, assorbiti, e poi giù per il crasso fino all'espulsione. Questo comporta avere chiare le combinazioni alimentari, conoscere dove nello specifico avviene la digestione di ciò che si digerisce e i tempi che ci vogliono per farlo! tenendo conto delle interferenze che un cibo può avere con altri assunti nello stesso momento. Dalla biochimica poi si passa anche a capire quale regime alimentare sia più consono o meno all'uomo, o almeno a cercare di capire quale sia il più corretto e vicino alla nostra tipologia di persona, e da qui conoscere nello specifico quali sono i nutrienti di cui abbiamo più bisogno. Un bignamino niente male, vero? ma almeno offre un idea sommaria di cosa tratti questa vasta materia.
Ma torniamo a quanto ho realizzato in questi giorni.
Abitudini alimentari: qual è la sfida maggiore, in qualsiasi campo, per una persona? modificare e sbaragliare le abitudini. La routine sembra un rituale intoccabile, che non dobbiamo sfiorare perchè potrebbe comportare una grande destabilizzazione, il cambiamento potrebbe portarci a perderci nel labirinto delle nostre emozioni, un labirinto che solo la nostra mente crea, infatti non vuole farci uscire dagli schemi fissi perchè sarebbe una rivincita per la nostra interiorità, la nostra anima. La soluzione, è decidere fin da subito che le vecchie abitudini devono essere soppiantate da nuove abitudini. Far valere maggiormente quello che si vuole fare, non farsi coinvolgere dagli impedimenti che la mente pone e nemmeno da quelli di tutte quelle persone che ci stanno accanto e che vogliono convincerti che è tutto sbagliato quello che stiamo facendo. Ascoltarsi, la cosa più difficile da fare, e dare un senso concreto a questo ascolto.

Un esempio: l'abitudine incallita di Mister T. Beve latte ogni mattina, da quando è nato, dopo l'allattamento dalla mamma, beve una tazza di latte ogni mattina. E ogni mattina quella tazza lo aiuta ad andare in bagno, non può assolutamente rinunciarci. Una abitudine poco salutistica, che evidenzia pure un'intolleranza al lattosio, e che dovrebbe essere soppiantata. Bene, un giorno Mister T decide che vuole ritrovare la salute, e approciarsi in maniera diversa all'alimentazione, sente che questa è la giusta via -bravo Mister T-, cosa dite se lo facciamo iniziare  sbarazzandosi della solita tazza di latte? Come fare? determinazione prima di tutto, aiutare a seguire l'impulso e la volontà di cambiamento che l'ha portato a pensare a questo, e se fosse veramente difficile trovare un'altra abitudine che lo aiuti a soppiantare quella precedente un'idea carina sarebbe quella di creare un calendario giornaliero con indicato cosa mangiare a colazione, includendo qualche giorno anche uno yogurt (magari autoprodotto, così si capisce cosa significa acidificazione del latte, predigestione dei fermenti...) della frutta fresca e magari azzardare anche dei frullati di latte di soia con frutta.

Avvicinarsi gradatamente a gusti nuovi e più salutari, che siano simili alla precedente abitudine. Semplice, no??

Per quanto riguarda la "salute psichica" ce ne sarebbe da dire molto. Molti modi di dire ci riconducono al tratto gastrointestinale per raffigurare stati d'animo precisi, che proprio lì vanno a bersagliare. Si pensi alla "stretta allo stomaco", oppure "lo sento di pancia che è la cosa per me", "essere bilioso", "la rabbia mi farà venire un fegato grande così", ecc ecc ... Non ci si rende conto di quanto siano importanti le emozioni e le sensazioni fisiche, per poter digerire, assorbire, metabolizzare assimilare meglio e prevenire le carenze. Tutto quello che siamo coinvolge il nostro corpo. La prima cosa su cui punterei è instaurare un buon rapporto con noi stessi, è il primo passo per portarci a stare bene.I rapporti con gli altri sono strati più superficiali del nostro essere e se sta meglio ciò che è alla base poi vien da sè che si sistema anche il resto. Seguire anche in questo caso il proprio "sentire", senza abbandonare noi stessi, avere fiducia in noi stessi, non sottovalutarsi, avere autostima. Atteggiamenti positivi, cura di sè stessi, e in campo alimentare scegliere cibo genuino, biologico, con filiera corta, non crudele. E in questa scelta pensare al meglio per noi stessi.
E mentre si mangia atteggiamento rilassato. Nulla di peggiore di un pranzo in cui il nostro animo è teso, arrabbiato, preoccupato. E poi diciamo NO alla tivù e a sfogliare il giornale. Sono attività che distraggono, ci fanno arrabbiare. E mangiando mastichiamoMastichiamomastichiamo, con consapevolezza e ringraziamo il cibo che diventerà noi, sicuramente quel cibo ci farà meglio di quello che noi crediamo se lo accogliamo.
Come inizio direi che focalizzarsi su questi due punti potrebbe bastare.
Queste considerazioni sono il frutto della mia esperienza, nulla di scientifico, ma molta VITA: con le abitudini non sono messa male, testarda e convinta come sono non ho avuto problemi. Il rispetto di me e seguire il mio sentire sono la cosa più difficile invece. Poi però risulta esser anche la più bella, quando mi imbarco in questo nuovo viaggio trovo sempre qualcosa di veramente prezioso nascosto, ed ogni volta è una piacevole sorpresa...